A Milano la prima donatrice volontaria di ovociti per le coppie che non possono avere figli

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All’ospedale Niguarda di Milano, la prima donatrice volontaria di ovociti della Lombardia per le coppie che non possono avere figli. 

All’ospedale Niguarda la prima donatrice lombarda di ovociti ha portato a termine la procedura che consentirà a quattro coppie di sottoporsi alla fecondazione eterologa. La donna ha intrapreso un lungo iter che è poi culminato nella donazione dei gameti, 23 ovuli.

“Siamo molto contenti di questo risultato – ha detto Maurizio Bini, responsabile del Centro di Diagnosi e Terapia della Sterilità di Niguarda – in Italia non è facile trovare donatrici femminili, infatti nel nostro Paese la donazione è totalmente volontaria e non remunerata e il percorso si compone di molti controlli e step intermedi. Non va dimenticata, inoltre, la procedura di prelievo molto più complicata rispetto alla donazione maschile”.

L’ovodonazione (o donazione di ovociti) è un processo in cui un individuo di sesso femminile dona spontaneamente parte dei propri ovuli, affinché possano essere utilizzati con la fecondazione eterologa da una coppia con problemi di fertilità.

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Questa procedura è più complicata rispetto alla donazione del liquido seminale maschile (semedonazione), poiché richiede un piccolo intervento chirurgico (detto puntura follicolare) allo scopo di estrarre gli ovociti.

I gameti femminili così prelevati vengono poi fecondati in laboratorio con il seme del partner o di un donatore estraneo alla coppia, tramite le tecniche di procreazione medicalmente assistita più adeguate al caso.

La donatrice che decide di donare i propri ovociti ad altre donne presso una clinica di riproduzione assistita dev’essere sottoposta ad esami specifici, come, ad esempio, l’anamnesi sanitaria e le analisi per le patologie infettive e genetiche.

La donatrice dell’ospedale Niguarda, come previsto dalla normativa, per poter portare a termine la procedura, si è sottoposta ai diversi controlli di tipo clinico, genetico, a cui si affianca anche un percorso di valutazione psicologica necessario per sondare fino in fondo la reale motivazione alla base della volontà di donare.

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