In queste ore sono diversi i nodi sul tavolo del governo, uno fra questi la ripartenza del settore wedding.
Il premier Mario Draghi, al question time della Camera sul tema della riapertura di cerimonie e matrimoni, ha rivolto un pensiero alle tante coppie che da un anno rimandano o riprogrammano il loro giorno speciale, ricordando però che eventi come questi possono essere diffusori del contagio da Coronavirus e occorre, per questo, ancora portare pazienza.
“La questione del settore delle cerimonie sarà all’attenzione della prossima Cabina di regia a Palazzo Chigi che si terrà lunedì 17 maggio – ha scandito le tempistiche il presidente del Consiglio -. Quella sarà l’occasione per dare maggiori certezze a tutto il comparto che ha subito danni economici significativi”. “Dobbiamo però – ha avvertito il premier – essere attenti a bilanciare le ragioni dell’economia con quelle della salute. I matrimoni sono un’occasione di socialità che può favorire la diffusione del contagio“.
Matrimoni, le regole Covid 2021. Ipotesi cerimonie dal 15 giugno.
Se mi sposo sabato 22 maggio?
Spiega la presidente Vismara: “Mi posso sposare in chiesa o in Comune, con l’abito da cerimonia, il limite al numero di invitati è definito dall’obbligo di rispettare le distanze di sicurezza. Posso andare al ristorante, sempre rispettando le regole. Devo mangiare all’aperto. Ma non posso vestirmi da sposa”. Sì, avete capito bene. Naturalmente non c’è un testo che lo metta per iscritto in questa forma. Basta il decreto riaperture che vieta cerimonie, banchetti e feste. “Quindi se gli sposi indossano i jeans e vanno al ristorante con gli invitati opportunamente distanziati, si può fare. Altrimenti, si rischia una multa da 400 a 3mila euro a persona e la chiusura del locale”. In altre parole, il banchetto di nozze dev’essere travestito da pranzo normale.
Se mi sposo sabato 19 giugno?
“Auspichiamo che per quella data sia in vigore il protocollo approvato da tutti i presidenti di Regione e presentato al governo il 28 aprile”, è il prudente ottimismo dell’associazione, in questi mesi sempre in prima linea per chiedere regole certe e permettere la ripresa a un settore che vale miliardi.
Intanto una certezza, già prevista dal decreto aperture: dal 1° giugno si potrà pranzare anche al chiuso, fino alle 18. Poi, tra le regole messe per iscritto dai governatori, la più importante prevede la tracciabilità dei presenti. “L’abbiamo suggerito noi – chiarisce Vismara –. Ci sarà una lista degli invitati che sarà depositata tre giorni prima, così per i 14 giorni successivi se qualcuno si ammala scatta la quarantena obbligatoria per tutti. Questo è giusto ed è una delle tutele rispetto a una presenza non certificata la ristorante”. Vale sempre la regola del distanziamento. Quindi il numero massimo di persone dipende dagli spazi che si hanno a disposizione.
Obbligatori poi distanziamento e mascherina quando non si è a tavola. “Ci sarà anche una persona incaricata di vigilare sui comportamenti dei presenti alla cerimonia. Questo per evitare eccessi”. Ma si potranno almeno baciare lo sposo o la sposa? Vismara sorride: “Eh, direi proprio di sì. E soprattutto potrò condividere la mia gioia con le persone che amo e che mi amano. Perché il matrimonio è questo”.