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 Una domanda che torna ciclicamente in questi mesi, soprattutto dopo l’ultimo allentamento delle misure restrittive in molte parti d’Italia.

Ad oggi nessuna Regione è in zona rossa e molte sono passate in fascia gialla. Al momento però non ci sono grandi novità per le strutture sportive.

In molti puntano al 15 febbraio, giorno in cui scade il provvedimento che vieta gli spostamenti tra regioni anche in zona gialla, possono riaprire gli impianti sciistici e ripartono i concorsi con un massimo di 30 persone.

Ma il governo potrebbe prolungare lo stop con un nuovo decreto in vigore dal 16 febbraio, spostando la data al 5 marzo, quando scadrà il Dpcm 14 gennaio 2021, e con esso l’impianto del decreto stesso. Fondamentali le prossime due settimane per decidere se, come e quando riaprire le palestre e far ripartire lo sport. 

Tutto dipenderà dall’andamento della curva epidemiologica. Intanto, il confronto con il ministro Spadafora e il Cts è aperto.

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Lo sport in zona gialla

Al momento, la Lombardia si trova in zona gialla, come la maggior parte delle regioni italiane. E’ quaindi vietato lo svolgimento degli sport di contatto, definiti nell’apposito decreto del Ministro dello sport e sono vietate tutte le gare, le competizioni e tutte le attività connesse agli sport di contatto di carattere amatoriale. Invece è consentito svolgere all’aperto e a livello individuale i relativi allenamenti e le attività individuate con il decreto, nonché gli allenamenti per sport di squadra, che potranno svolgersi in forma individuale, all’aperto e nel rispetto del distanziamento.

La protesta: “Pronti a tornare in piazza”

“Purtroppo, se prima la situazione era critica ora inizia a diventare davvero drammatica – ha spiegato Marco Contardi, presidente di Arisa, l’associazione lombarda delle imprese dello sport che aderisce a Confcommercio Milano –. Ho notizie di palestre che hanno deciso di non riaprire più”. Per Contardi chi frequenta una palestra o una piscina lo può fare in sicurezza perché i gestori assicurano “sanificazioni, rispetto delle distanze” anche se sono costretti a restare in balia delle mancate riaperture. “Non c’è la minima attenzione da parte delle istituzioni e del Governo al mondo dello sport – ha detto Contardi – e questo, stando ai sociologi e agli psicologi infantili, sta creando disagio giovanile di dimensioni davvero importanti. Chiudere le palestre, oltre a impedire agli adulti di allenarsi, crea un disagio. C’è una cecità totale da parte delle istituzioni e questo sta diventando un problema sociale”. Il mondo sportivo, ha osservato Contardi, “sta avendo ripercussioni ovunque: dalle famiglie, ai gestori, agli utenti, ed è davvero devastante. Dal governo mi aspettavo un intervento per le utenze, gli affitti, la defiscalizzazione dello sport. Mi aspettavo che i ristori fossero commensurati al tipo di attività svolta. Invece il mondo dello sport è fermo al 26 ottobre. Se ci sarà da tornare a protestare pubblicamente lo rifaremo”.

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