Foto concerto moda milano 19 luglio 2014 Prandoni 229 1024x681 1
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Per la musica live il 2021 è tutto un’incognita. Troppe al momento, infatti, le variabili in gioco per ipotizzare piani, o anche solo scenari. Ma il livello della pandemia lascia chiaramente intendere che – salvo evoluzioni improvvise e imprevedibili – teatri, club e sale da concerto rimarranno chiusi ancora per mesi e mesi.

E allo stato delle cose pure le possibilità di assistere tra giugno e luglio a grandi eventi negli stadi o nei festival sono praticamente zero in quanto la campagna di vaccinazione, nel migliore dei casi, si protrarrà sino a fine anno.

“A fine mese incontreremo probabilmente il commissario Domenico Arcuri e ne sapremo qualcosa di più” ammette Vincenzo Spera, presidente di Assomusica, l’associazione che riunisce i produttori e gli organizzatori di spettacoli di musica dal vivo. 

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“In materia di pandemia le iniziative del Governo sono legate all’Rt, l’indice di contagiosità del virus: se scende sotto lo 0,10 qualcosa si può fare, ma finché rimane attorno all’1, come ora, è tutto molto complicato. Sono moderatamente fiducioso, però, che a maggio l’attività possa gradualmente riprendere, con capienze sempre ridotte, ma magari un po’ più significative di quelle della scorsa estate”. Nella bella stagione, infatti, la trasmissione del virus rallenta e la possibilità di utilizzare grandi spazi all’aperto favorisce il distanziamento.

“I grandi eventi pianificati lo scorso anno e poi rimandati viaggiano in autonomia, perché dovranno attendere il veificarsi delle condizioni necessarie per poter essere effettuati, mentre sono ammissibili nuovi spettacoli concepiti tenendo conto delle mutate condizioni, delle minori capienze, e di tutte le altre condizioni imposte dalla pandemia” prosegue Spera.

INCERTEZZA ECONOMICA E RISTORI

“In Germania il Governo ha fissato una “dead-line“ e stanziato 2 miliardi di euro; da settembre si può tornare ad organizzare concerti, ma nel caso in cui la situazione non lo consentisse è già pronto il fondo per i ristori” conclude Spera. “Da noi, almeno finora, niente di tutto questo”.

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