In prossimità delle prossime Festività La linea del governo rimane l’allerta: ok agli spostamenti a Natale, Santo Stefano e Capodanno ma solo tra Comuni limitrofi, probabilmente con un limite ai Comuni con meno di 5-10 mila abitanti oppure per un raggio massimo di 20-30 chilometri dalla residenza o dal domicilio.
Il governo è invece contrario a deroghe agli spostamenti provinciali o, peggio, tra regioni. Se il dettaglio delle modifiche è ancora in discussione, l’orientamento è sufficientemente chiaro.
Se questo è il sentiero che dovrebbe portare alla riscrittura di alcune norme, lo strumento tecnico per modificare il Dpcm del 3 dicembre non è stato invece ancora trovato ma l’orientamento prevalente è che la modifica non sarà per dpcm o decreto, ma con un emendamento (che sarebbe presentato entro martedì non dal governo ma da Parlamentari di maggioranza) in sede di conversione del decreto Natale, all’esame della Camera.
Sarebbe una soluzione coerente con quanto affermato dal premier Giuseppe Conte, che ha chiesto un’assunzione di responsabilità al Parlamento per modificare il decreto. Di certo i tempi sono stretti e il governo vorrebbe comunque agire prima che mercoledì fosse discussa la mozione dell’opposizione che chiede un’apertura agli spostamenti a livello provinciale.
“Una cosa – ha spiegato il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia – è chiarire, e lo si può fare, se ci possa essere la possibilità di un passaggio fra comuni limitrofi perché ci sono famiglie sui confini; un’altra è dire rimuoviamo i confini così ognuno va dove vuole perché non ci si può esimere dal festeggiare Natale. Né io, né il ministro Speranza né gli altri esponenti del governo abbiamo intenzione di deflettere sul rigore e sulla difesa dei più fragili. Se vogliono rimuovere o cancellare o allentare i vincoli agli spostamenti in tutti i comuni italiani troveranno contrarissimi me e il ministro Speranza, che non lo consentiremo”.