ALBERO DI NATALE IN GALLERIA
ALBERO DI NATALE IN GALLERIA
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Sarà un decreto che dovrà trovare un equilibrio tra le istanze economiche e quelle sanitarie. Allo stato attuale sembra prevalere la linea della massima cautela. L’obiettivo è evitare gli errori commessi durante l’estate e scongiurare l’arrivo di una terza ondata.

Il nuovo Dpcm entrerà in vigore il 4 dicembre.

Il governo vuole blindare i confini regionali per evitare i ricongiungimenti familiari durante le Feste, con relativi spostamenti su e giù per la Penisola, e le conseguenze che potrebbero portare in termini di diffusione del contagio.

 Per questo l’intenzione nel nuovo Dpcm sarebbe di vietare lo spostamento tra le regioni, anche quelle in fascia gialla, a partire dalla settimana prima di Natale, il 18 o il 19 dicembre.

Sarà sicuramente vietato spostarsi dal 19 o dal 23 dicembre e fino al 6 o 10 gennaio. L’intento è chiaramente quello di evitare migrazioni natalizie che potrebbero generare una nuova mini-ondata di nuovi contagi.

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L’obiettivo dell’esecutivo è evitare quanto successo in estate, con la mobilità interregionale che riguardò 8 milioni di persone nella sola settimana di Ferragosto.

Dalle nuove restrizioni al vaglio del governo dovrebbe essere escluso chi viaggia per tornare presso la propria residenza o nel domicilio. Anche le seconde case all’interno di Regioni in fascia gialla potrebbero essere raggiunte solo da chi è registrato come residente. Chi desidera spostarsi, dovrà farlo prima della settimana pre-natalizia.

Le possibili deroghe

Il premier Conte però vorrebbe consentire agli italiani di tornare a Natale nella propria Regione di residenza e intenderebbe concedere una deroga al blocco della mobilità tra Regioni per permettere i «ricongiungimenti familiari» dei «parenti di primo grado».

Chi si trova invece in zona arancione e rossa non potrà spostarsi dal Comune dove si trova, come succede già adesso.

Coprifuoco, locali e cenoni

Verosimilmente, resterà in vigore il coprifuoco dalle ore 22 alle 6, senza eccezioni per il giorno di Natale e Capodanno.

Considerando che nelle abitazioni non potranno essere imposti divieti, il governo starebbe valutando l’inserimento di raccomandazioni nel Dpcm, con riferimento ai cenoni e ai pranzi della settimana natalizia.

Per quanto riguarda i ristoranti, dovrebbero rimanere invariate le prescrizioni vigenti: apertura fino alle 18 nelle regioni “gialle”, chiusura tutta la giornata per i territori in fascia arancione e rossa.

Negozi

Per favorire lo shopping natalizio si pensa ad allungare gli orari dei negozi in zona gialla fino alle 21, purché però questo permetta di rispettare il coprifuoco che scatta alle 22. Per le altre zone dovrebbero rimanere in vigore le regole dei colori, con i negozi chiusi nelle rosse

Messe

Potrebbero essere anticipate le tradizionali messe di mezzanotte. Su questo è in corso un confronto con la Cei, che appare ben disposta. Non è escluso inoltre che possa essere aumentato il numero delle celebrazioni nel corso della giornata, per evitare assembramenti.

Cenoni in famiglia

Rispetto ai tradizionali cenoni, non essendo possibile imporre obblighi nei luoghi privati, non si esclude che ci si limiti a raccomandazioni: non più di 6 a tavola è l’indicazione degli ultimi giorni. I commensali consigliati sono i parenti stretti e i conviventi.

Impianti sci chiusi

La mancata apertura degli impianti per le festività natalizie, pare ormai cosa certa dopo le ultime esternazioni dei componenti del Governo. Un tema molto sentito in Lombardia, dove il Natale senza lo sci rischia di costare caro: 700 milioni dei circa 10 miliardi di fatturato generato a livello nazionale dal turismo invernale legato alla neve – secondo le stime diffuse da Confindustria e Anef (Associazione nazionale esercenti funiviari) – arrivano dalla Valtellina e dalla province di Bergamo, Brescia, Lecco, Como. Due terzi dei ricavi si concentrano in un mese, dall’8 dicembre – la festa dell’Immacolata che coincide con l’apertura della stagione sciistica – all’Epifania.

Scuola

L’orientamento prevalente è riportare tutti in classe, nelle zone gialle, non prima del 7 gennaio. Ma nelle aree a più basso contagio, dove a oggi per le superiori c’è didattica a distanza al 100%, i liceali potrebbero gradualmente rientrare a scuola già dalla metà di dicembre, magari riducendo la percentuale della Dad.

Il confronto è aperto in vista del varo del nuovo dpcm: tutte le scelte, viene sottolineato, sia quelle su dicembre che quelle su gennaio, dipenderanno dai dati dei contagi.

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