Terapia steroidea
Ad oggi, in pazienti ospedalizzati con malattia grave (necessitanti ossigenoterapia e/o ventilazione), è stato dimostrato un chiaro beneficio in termini di sopravvivenza della terapia steroidea, in particolare con desametasone (Soldesam) (Alta, forte). Appare ragionevole, previa valutazione del rapporto rischio-beneficio individuale e considerando eventuali comorbosità, l’utilizzo della terapia steroidea per os anche sul territorio (Molto bassa, debole), unicamente in quei pazienti presentino:
– una saturazione <94% (e che quindi sarebbero candidabili all’ossigenoterapia)
– almeno 5-7 giorni di sintomatologia febbrile con richiamo polmonare (periodo di verosimile termine della prima fase viremica e possibile seconda fase immunomediata
– polmonite diagnosticata mediante valutazione obiettiva e/o ecografia polmonare La posologia consigliata è 6 mg di desametasone/die in un’unica somministrazione per 10 giorni modulabile in base alla risposta clinica. (molto bassa, debole) N.B. In mancanza di desametasone per os (al dosaggio di 6 mg/die per 10 giorni) è ragionevole l’utilizzo di differenti molecole a dosaggi equivalenti (ad es. prednisone 40 mg/die; metilprednisolone 32 mg/die). È auspicabile uno stretto monitoraggio delle glicemie ed un eventuale adeguamento della terapia ipoglicemizzante nel paziente diabetico.
Prevenzione del tromboembolismo venoso
Ipercoagulabilità e trombosi (superficiali e profonde) sono possibili note complicanze di COVID-19 .
– Nonostante la mancanza di una forte evidenza scientifica a supporto della profilassi antitrombotica con eparina a basso peso molecolare nel paziente affetto da COVID-19, diverse linee guida consigliano questo approccio terapeutico nel paziente ospedalizzato che non abbia controindicazioni note all’utilizzo di EBPM(molto bassa, forte). Appare ragionevole considerare l’utilizzo della profilassi antitrombotica (Enoxaparina 4000UI s.c. o 6000UI se peso>90 Kg) che siano ad alto rischio di complicanze trombotiche (molto bassa, forte), ovvero:
– Età ≥65
– BMI >30
– Ipercoagulabilità congenita o iatrogena nota – Neoplasia attiva (solida o ematologica)
– Allettamento e/o immobilizzazione prolungata
– Pregressa trombosi venosa profonda e/o tromboembolia polmonare
– Recente intervento chirurgico
– Gravidanza
– Utilizzo di contraccettivi orali o terapie ormonali sostitutive
– Presenza di cateteri venosi centrali (inclusi PICC e port-a-cath) La profilassi antitrombotica andrebbe proseguita sino alla completa scomparsa della sintomatologia clinica e alla completa ripresa funzionale del soggetto (molto bassa, debole). La profilassi antitrombotica deve invece essere evitata in tutti quei pazienti che abbiano un alto rischio di sanguinamento e/o di caduta a terra. Va inoltre assolutamente evitata in tutti quei pazienti che presentino storia di trombocitopenia indotta da eparina (HIT) (molto bassa, forte).
Va invece assolutamente evitata la somministrazione di eparina a dosaggio anticoagulante in assenza di sospetto clinico e/o radiologico di trombosi venosa profonda (molto bassa, forte). Nel caso in cui il paziente assuma già profilassi anticoagulante orale (TAO o NAO) questa va proseguita senza aggiunta di ulteriori farmaci anticoagulanti (molto bassa, forte).
Ossigenoterapia domiciliare
• Valutare caso per caso la possibilità in soggetti con bassa probabilità di progressione di malattia la prescrizione di ossigenoterapia domiciliare in caso di SO2 3 litri minuto o SO2 65 anni22 (Alta, forte)
• La vaccinazione antinfluenzale è pertanto fortemente raccomandata in tutti i soggetti di età superiore ai 60 anni o appartenenti a categorie inserite nel piano nazionale vaccinazione antinfluenzale 2020-202123 (Alta, forte)
• La vaccinazione antipneumococcica ove non ancora effettuata è fortemente consigliata nei soggetti di età uguale o superiore a 65 anni ovvero nei soggetti con condizioni cliniche che rientrino nel piano nazionale vaccinale24. (Alta, forte)
• Le vaccinazioni antinfluenzale e antipneumococcica possono essere somministrate in sicurezza una volta raggiunta una stabilità clinica superata la fase acuta di malattia24. (Alta, forte)