Il decreto Ristori Bis porta una doppia sospensione delle tasse.
La prima estende a tutti gli autonomi soggetti agli Isa che lavorano nelle regioni rosse e arancioni lo spostamento dei pagamenti di novembre al 30 aprile, una misura che fin qui era stata riservata (dal decreto Agosto) solo a chi avesse subito una perdita di almeno un terzo del fatturato nel primo semestre 2020.
La seconda, invece, ferma le scadenze di novembre su Iva, ritenute e addizionali regionali e comunali all’Irpef per le attività sospese in tutta Italia oppure nelle regioni rosse e arancioni dal decreto di Palazzo Chigi del 3 novembre scorso.
I nuovi termini
I pagamenti bloccati andranno recuperati in unica soluzione entro il 16 marzo o in quattro rate mensili a partire da quella data. In questa sospensione, che riguarda tutti «i termini che scadono nel mese di novembre 2020», rientrerebbe anche la rata di questo mese dei pagamenti di ritenute e Iva fermati da marzo a maggio e riavviati il 16 settembre scorso.
Fondo «a chiamata»
Si traduce così l’aiuto fiscale annunciato il 6 novembre mattina dal premier Conte, che ha premuto sul ministero dell’Economia per evitare un altro slittamento del consiglio dei ministri. La corsa è stata serrata, anche per provare a risolvere i complessi nodi tecnici del fondo «a chiamata» che dovrebbe adeguare la geografia degli aiuti a fondo perduto alle evoluzioni delle misure territoriali anti-Covid e delle conseguenti chiusure.
Perché la cartina a tre colori disegnata in questi giorni al debutto del nuovo Dpcm non è eterna.
L’aggiornamento dei dati infatti potrebbe cambiare il colore di altri territori e imporre un’estensione alle necessità di aiuto. Che devono essere coperte ex ante. In vista del passaggio di altre regioni alle fasce rossa o arancione, quindi, il decreto stanzia una somma aggiuntiva che le bozze circolate venerdì sera indicano in 400 milioni. Altri 100 milioni invece sarebbero accantonati per l’estensione degli aiuti ad altri settori.
Fondo perduto esteso alle attività fermate con l’ultimo Dpcm
Ma è il decreto stesso ad ampliare in due nuovi allegati l’elenco dei codici Ateco interessati dai contributi a fondo perduto. Elenco che si allarga per abbracciare le attività fermate dal Dpcm del 3 novembre, per esempio i negozi e gli esercizi commerciali in genere che non rientrano nei settori «essenziali» nelle regioni rosse. Il nuovo provvedimento inoltre riserva altri aiuti al terzo settore e alla filiera agricola.
Il meccanismo del ristoro
Il meccanismo pensato dal nuovo decreto legge è in linea con quello introdotto dal decreto Ristori 1, che nelle scorse ore ha avviato i primi bonifici per 964 milioni di euro destinati a oltre 211mila imprese come annunciato dal ministro dell’Economia Gualtieri.
Anche il bis seguirà un meccanismo automatico, che articola l’entità dell’aiuto parametrandola al contributo della scorsa primavera , raddoppiato nel caso degli esercizi chiusi. Nel caso di bar e pasticcerie, per esempio, l’aiuto del decreto Ristori 1, pari a una volta e mezza quello di primavera, sarà integrato con un altro 50 per cento.
Chi non è entrato in quel primo giro, in particolare perché ha un volume d’affari sopra i 5 milioni annui, dovrà invece presentare domanda seguendo il modello che sarà reso disponibile dall’agenzia delle Entrate. L’intero meccanismo sarà sottoposto ai controlli antimafia per evitare di far finire risorse pubbliche nelle mani della criminalità organizzata.
Stop al saldo Imu, resta il nodo Tari
Nel pacchetto fiscale non si fa largo per ora lo stop alla Tari, che quindi rischia di dover essere pagata in formula piena anche dalle attività chiuse (Sole 24 Ore del 6 novembre). Ma viene confermato per le attività chiuse lo stop al saldo Imu (vale però meno di 40 milioni) e ai versamenti contributivi che saranno sospesi per i mesi di novembre e dicembre nelle aree rosse e arancioni, e per il solo novembre negli altri territori.
Affitti commerciali, replicato il bonus
Nel pacchetto di sostegno alle partite Iva in difficoltà trova posto anche la replica del credito d’imposta sugli affitti commerciali. Come nella precedente edizione del decreto rilancio e del «Ristori 1» ora all’esame del Senato, il tax credit sugli affitti è pari al 50% per i canoni sugli immobili diversi dall’uso abitativo e del 30% per gli affitti d’azienda. Vale per i tre mesi di ottobre, novembre e dicembre e può essere anche ceduto al proprietario dell’immobile in una sorta di «sconto-affitti».
Le misure per le famiglie
Un nuovo capitolo è poi dedicato alle famiglie. Per i genitori lavoratori arriva una riedizione dei congedi parentali e un rifinanziamento del bonus baby sitting. Ma il provvedimento è a tutto campo. E prevede fra l’altro anche lo slittamento di altri sei mesi per l’avvio della class action, 300 milioni in più per il trasporto locale nel 2021 e un ampliamento dei concorsi da avvocato e notaio fermati dalla crisi sanitaria.