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venerdì, Aprile 19, 2024
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TORRE-FARO: via libera del Municipio 5 al progetto Citterio-Viel

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TORRE-FARO: via libera del Municipio 5 al progetto Citterio-Viel. Ma la richiesta condivisa dall’assessore Maran è la ‘ricucitura’ dello spazio pubblico dell’area che diventerà parte della Milano olimpica.

TORRE-FARO: è il nome del nuovo edificio che ridisegnerà l'orizzonte meneghino
TORRE-FARO: è il nome del nuovo edificio che ridisegnerà l’orizzonte meneghino
Come tutti gli edifici che hanno ridisegnato l’orizzonte, ha già un soprannome ancora prima di uscire dai disegni: una “torre- faro” di 28 piani, che sfiderà il cielo arrivando a 145 metri di altezza e che, nel progetto firmato dagli architetti Antonio Citterio e Patricia Viel, prende la forma di una ciminiera di cristallo in ricordo delle memorie industriali. Eppure, per una volta, non è la corsa verticale della nuova sede di A2a a Milano a creare dibattito. Dopo il via libera della commissione Paesaggio, il primo – ma non l’ultimo – grattacielo di Milano Sud ha ricevuto il parere favorevole anche del Municipio 5. Quello che gli esperti del Comune e il parlamentino di zona chiedono, invece, è un cambiamento rilevante del piano proposto per la riqualificazione dell’area di piazza Trento su cui il quartier generale destinato a ospitare 1.500 dipendenti si affaccerà.

Il modello, in qualche modo, è Porta Nuova. “Se ripensiamo a quello sviluppo – dice Maran – credo che gli aspetti più significativi per città siano stati quelli relativi allo spazio pubblico: piazza Gae Aulenti, la Biblioteca degli alberi oltre all’eco che queste trasformazioni hanno avuto sull’Isola”. E che nel caso del quartiere olimpico dovranno avere su Porta Romana. All’interno dello scalo è già previsto che il parco scavalchi la ferrovia, che sarà parzialmente interrata, per unire la stazione di Lodi al villaggio e alla Fondazione Prada. Un percorso pedonale che dovrebbe essere replicato anche dalla parte di viale Isonzo. Qui il nodo è la connessione tra via Crema e piazza Trento, appunto. L’assessore, che promette “momenti di confronto” in zona, parla di due soluzioni allo studio: “un attraversamento della circonvallazione con una passerella aerea già sperimentato con successo in Porta Nuova”, che lo stesso Municipio propone o “un attraversamento a quota strada, rivedendo fortemente l’assetto della piazza e puntando sull’aumento della pedonalità nel quartiere”. Un modo, appunto, per arrivare alla Fondazione Prada con una passeggiata di 10 minuti lungo la nuova Milano di via Crema e di piazza Trento.

Come spiegato dai tecnici dell’Urbanistica del Comune il progetto punta a sviluppare l’idea strategica di una Milano policentrica, con edifici landmark di riferimento in un quartiere che dovrà necessariamente connettersi con la Fondazione Prada, la zona di Symbiosis (centro direzionale con la sede di Fastweb), The Sign e Vitae, progetto vincitore di Reinventing cities, il concorso internazionale della rete C40 che prevede lo sviluppo di progetti integrati di rigenerazione urbana, dove saranno costruiti spazi per l’istituto di oncologia Ifom.

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La torre-faro di A2a — dalle sembianze di un’imponente ciminiera di vetro — sarà il primo vero grattacielo di tutta Milano Sud. Dopo i suoi 145 metri, ci sono gli 89 della Torre Porta Romana in via Filippetti e i 60 metri circa delle torri del Gratosoglio e di via Scheiwiller, oppure della Antonini, della Mangoni e di via don Rodrigo. E infatti il forte valore simbolico del progetto è stato uno degli elementi più convincenti e condivisi dai cittadini e dai consiglieri intervenuti, i quali hanno invece sottolineato altri nodi, come la necessità di più posteggi (l’operazione prevede un taglio da 239 a 111 posti su strada), di mantenimento del traffico veicolare sulla circonvallazione e di tempi richiesti troppo stretti per dare il parere, anche alla luce del fatto che non è possibile conoscere a monte l’integrazione del progetto negli scenari futuri dello Scalo Romana, forse la più delicata delle aree ferroviarie, dove sarà ospitato il Villaggio olimpico dei Giochi invernali 2026 e che in futuro vedrà un mix funzionale di residenziale, studentati, uffici e spazi pubblici da parte delle società interessate a gestire la transizione (come Coima e l’ex Beni stabili Covivio).

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