human technopole
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È caccia ai cervelli: nel 2021 pronta la prima parte dello Human Technopole. Secondo il presidente Simoni entro la fine del 2021 all’interno dell’area lavoreranno 250 persone.

Parte dello Human Technopole sarà pronto a inizio 2021. Lo ha annunciato Marco Simoni, presidente del maxi polo che sta sorgendo a Mind (l’ex area Expo) nella giornata di venerdì 2 ottobre. “A inizio 2021 sarà pronto un terzo dello Human Technopole che ospiterà centinaia di scienziatitecnologie di ricerca che in Italia ancora non esistono”.

Il maxi polo di ricerca è ancora in costruzione e anche le tecnologie verranno implementate progressivamente, man mano che arriveranno gli scienziati. Dalla struttura spiegano che “entro la fine del 2021 in Human Technopole saranno al lavoro 250 persone tra ricercatori e personale amministrativo”.

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I primi edifici disponibili saranno il Padiglione Nord e gli Incubator Labs. Il Padiglione Nord (costruito per Expo) è stata sottoposto a lavori di “ri-funzionalizzazione” per ospitare apparecchiature quali: i microscopi crio-elettronici (Cryo-EM) e i microscopi ottici (Light Microscopy Imaging). Il Padiglione è stato dotato anche di spazi di supporto per la preparazione di campioni e uffici per i manager delle due strutture. Al primo piano ospita invece 20 postazioni scrivania in open space per lo staff della Image Analysis Facility e di appoggio per gli utenti.

Incubator Labs, invece, comprende tre edifici composti da strutture prefabbricate. Due di questi, su due livelli, sono dedicati prevalentemente a laboratori e un terzo (su un solo livello) ospita la struttura di supporto della facility di crio-microscopia elettronica con due microscopi, una stanza per la preparazione di campioni e stanza di controllo dei microscopi.

“La grande maggioranza degli scienziati che stanno rispondendo alle nostre call, e che di conseguenza vengono assunti qui, arrivano da tutto il mondo: dal Giappone agli Usa, passando per l‘Europa – ha spiegato il presidente Simoni – È possibile avere dei ponti tra l’Italia e il resto del mondo, luoghi che non sono torri d’avorio, ma in grado di aprirsi e confrontarsi. La ricerca è la tensione a migliorare la qualità della vita”. È un desiderio “che non si ferma qui, è internazionale”. E Human Technopole punta sull’internazionalizzazione, prosegue, “che non significa non avere una forte identità italiana. Basti pensare che per prima cosa a chi arriva qui offriamo un corso di lingua italiana”.

C’è poi un aspetto di “servizio alla comunità che noi facciamo in vario modo. Per esempio stiamo per pubblicare nuovi bandi per far accedere giovani ricercatori non di Human Technopole a tecnologie del polo. Si tratta infatti di una tecnologia molto grande, che può stare solo in certi luoghi. E deve essere messa a disposizione delle università, delle aziende, deve essere aperta”, conclude Simoni. “Abbiamo una grande ambizione – assicura il direttore di Ht, Iain Mattaj – stiamo allestendo migliaia di metri quadrati e stiamo reclutando ricercatori stellari”.

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