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E’ morto nella notte a Milano lo storico dell’arte Philippe Daverio. Lo ha reso noto la regista e direttrice del Franco Parenti Andree Ruth Shammah. Docente e saggista, ex assessore alla Cultura del Comune di Milano, aveva 71 anni.

Daverio, era nato a Mulhouse, in Alsazia, in Francia, il 17 ottobre 1949 da madre francese e padre italiano. Dopo essersi trasferito in Italia, Philippe Daverio studia alla Bocconi, facoltà che abbandona senza conseguire la laurea per aprire la sua prima galleria a Milano, che sarà la sua città. In quegli anni scopre la sua vocazione da editore e, soprattutto, divulgatore dell’arte. “Io non sono dottore perché non mi sono laureato, ero iscritto alla Bocconi nel 1968-1969. In quegli anni si andava all’università per studiare e non per laurearsi” era una delle sue frasi più famose.

Una vita al servizio dell’arte

Come docente di storia dall’arte ha insegnato presso la IULM di Milano, mentre in qualità di esperto di storia del design è stato per diversi anni docente al Politecnico della città meneghina. Fino al 2016 ha ricoperto l’incarico di professore ordinario di disegno industriale presso l’Università degli Studi di Palermo. Sempre in Sicilia aveva collaborato con Vittorio Sgarbi, in qualità di sindaco di Salemi, a diverse iniziative culturali e artistiche.

Philippe Daverio si è sempre definito uno storico dell’arte. Il grande pubblico lo ha conosciuto nel 1999 come inviato della trasmissione Art’è su Raitre. L’anno dopo è stato autore e conduttore della trasmissione Art.tù, poi dal 2002 al 2012 autore e conduttore di Passepartout, programma d’arte e cultura divenuto Il Capitale, e del programma del 2011 Emporio Daverio per RAI 5.

Le parole del Ministro

“Intellettuale di straordinaria umanità – così il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini -, un capace divulgatore della cultura, uno storico dell’arte sensibile e raffinato. Con sagacia e passione, ha accompagnato gli italiani nell’affascinante scoperta delle architetture, dei paesaggi, dell’espressione creativa, degli artisti, delle fonti del nostro patrimonio culturale. Tutto questo era Philippe Daverio, un uomo di cui ho sempre apprezzato la grande intelligenza e lo spirito critico e che già manca a tutti noi”.

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