Lo ha annunciato il ministro Azzolina, spiegando che “entro giovedì insieme alle Regioni e agli Enti locali si chiuderà il tavolo di lavoro”
“In questi giorni è andato avanti il confronto con il Comitato tecnico scientifico sulla riapertura delle scuole. Per l’avvio del nuovo anno sul territorio nazionale abbiamo già proposto la data del 14 settembre”.
Lo annuncia il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, aggiungendo: “Nelle prossime ore condivideremo le linee guida con tutte le parti che hanno partecipato al tavolo di lavoro e giovedì le chiuderemo con Regioni ed Enti locali”.
MA COME SI RIPARTIRA’?
Da settembre la frequenza scolastica avverrà “in turni differenziati”, integrando “attività didattica in presenza e digitale” ed estendendo le lezioni, ove non già previsto, “alla giornata dal sabato”.
Sono alcuni dei punti inseriti nella bozza del “Piano Scuola 2020-2021” stilata dal ministero. Gli istituti, si legge, potranno “adottare soluzioni organizzative differenti, per realizzare attività parallele o alternative alla didattica tradizionale”.
Turni, gruppi apprendimento, lezioni di sabato e a distanza – Le scuole, secondo la bozza pubblicata dall’agenzia Lapresse, potranno in via autonoma avvalersi di frome di flessibilitò sulla base degli spazi a disposizione e delle esigenze delle famiglie e del territorio, che contemplino, ad esempio: una riconfigurazione del gruppo classe in più gruppi di apprendimento; l’articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso; una frequenza scolastica in turni differenziati, anche variando l’applicazione delle soluzioni in relazione alle fasce di età degli alunni e degli studenti nei diversi gradi scolastici.
Per le scuole secondarie di II grado si potrà utilizzareattività didattica in presenza e didattica digitale integrata, ove le opportunità tecnologiche, l’età e le competenze degli studenti lo consentano; l’aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari, ove non già previsto dalle recenti innovazioni ordinamentali; l’estensione del tempo scuola settimanale alla giornata del sabato, ove non già prevista, su delibera degli Organi collegiali competenti.
A tutti gli alunni le stesse opportunità – “Le istituzioni scolastiche – si legge ancora nella bozza – avranno cura di garantire, a ciascun alunno, la medesima offerta formativa, ferma restando l’opportunità di adottare soluzioni organizzative differenti, per realizzare attività educative o formative parallele o alternative alla didattica tradizionale”. “Gli strumenti di autonomia didattica e organizzativa” possono “consentire un diverso frazionamento del tempo di insegnamento, più funzionale alla declinazione modulare del tempo scuola anche in riferimento alle esigenze che dovessero derivare dall’effettuazione, a partire dal 1 settembre 2020 e in corso d’anno 2020-2021, delle attività relative ai Piani di Apprendimento Individualizzati”.
Scuole materne: privilegiare l’uso di spazi esterni – Per le attività della scuola dell’infanzia andranno valorizzati tutti gli spazi interni ed esterni (questi ultimi da privilegiare ma con meteo favorevole). L’organizzazione dei diversi momenti della giornata educativa dovrà essere serena per cui i bambini dovranno essere messi nelle condizioni di potersi esprimere con naturalezza e senza costrizioni. Un’attenzione “particolare” sarà data ai bambini che per la prima volta risultano iscritti, prevedendo per essi (e per i loro genitori) momenti riservati di ascolto e di primo ambientamento. Ma anche per gli altri bimbi andranno riannodate le esperienze che sono state bruscamente interrotte e vanno preparati al nuovo incontro, coinvolgendoli gradualmente.
Scuole materne: no all’uso di mascherine – L’uso di mascherine non è previsto per i minori di sei anni e i dispositivi di protezione per gli adulti (per i quali sono raccomandabili l’utilizzo di visierine “leggere” e, quando opportuno, dei guanti di nitrile) non devono far venir meno la possibilità di essere riconosciuti e di mantenere un contatto ravvicinato con i bambini piccoli e tra i bambini stessi.
Scuole materne: stabilizzare i gruppi – Nelle linee guida vengono segnalate alcune “accortezze” tra cui la stabilità dei gruppi: i bambini frequentano per il tempo previsto di presenza, con gli stessi insegnanti e collaboratori di riferimento; la disponibilità di uno spazio interno ad uso esclusivo per ogni gruppo di bambini, con i suoi rispettivi arredi e giochi che saranno opportunamente sanificati. Tutti gli spazi disponibili (sezioni, antisezioni, saloni, atrii, laboratori, atelier) dovranno essere “riconvertiti” in spazi distinti e separati per accogliere stabilmente gruppi di apprendimento, relazione e gioco. Si potranno variare gli spazi solo dopo attenta igienizzazione e un’aerazione degli ambienti.
Scuole materne: la somministrazione del cibo e gli ingressi – La colazione o la merenda andranno consumati nello stesso spazio di esperienza dedicato al gruppo dei bambini; il pasto completo, comprensivo di primo, secondo, contorno, acqua e frutta sarà consumato negli spazi adibiti alla refezione scolastica, adeguatamente organizzati. Anche sull’ingresso e l’uscita dei bambini si chiede duttilità. Già ora l’ingresso avviene in una fascia temporale “aperta” (che spesso raggiunge i 90 minuti: dalle 7:30 alle 9:00), fascia che potrà essere adeguata alle nuove condizioni, programmata e concordata con i genitori. Analogamente potrà avvenire per le fasce di uscita, al termine dell’orario scolastico.
Refezione in più turni o pasto in aula – Anche per la refezione scolastica si dovrà far riferimento ai consigli impartiti dal CTS. Si parte dal principio che vada garantita in modo sostanziale per tutti gli aventi diritto, seppure con soluzioni organizzative differenti per ciascuna scuola. In particolar modo, oltre alla necessaria e approfondita pulizia dei locali adibiti alla refezione medesima, le istituzioni scolastiche potranno valutare l’opportunità di effettuare la refezione in due o più turni, sempre al fine di non consentire oltre il dovuto l’affollamento dei locali ad essa destinati. Qualora fosse una strada non percorribile o non sufficiente, le scuole potranno studiare con le ditte concessionarie del servizio la realizzazione di soluzioni alternative di erogazione, come ad esempio il consumo del pasto in monoporzioni all’interno dell’aula didattica, opportunamente areata e igienizzata al termine della lezione e al termine del pasto stesso.
Con nuova epidemia, didattica a distanza – Qualora l’andamento epidemiologico dovesse configurare nuove situazioni emergenziali a livello nazionale o locale, sulla base di un tempestivo provvedimento normativo, potrebbe essere disposta nuovamente la sospensione della didattica in presenza e la ripresa dell’ attività a distanza, attraverso la modalità di didattica digitale integrata
Formazione specifica per insegnanti e personale Ata – Indicazioni specifiche per i Piani di Formazione di Istituto saranno rivolti al personale dirigente, docente e ATA, da attivarsi anche tramite modalità a distanza, per l’aggiornamento delle differenti competenze professionali risultate utili per la gestione dell’emergenza e attività specifica di informazione e formazione sulle misure di prevenzione igienico-sanitarie, al fine di prevenire il contagio e limitare il rischio di diffusione del COVID-19 in raccordo con il Dipartimento di prevenzione territoriale competente.