Abito di una delle collezioni Ied Milano Photo by Daniele Venturelli
Abito di una delle collezioni Ied Milano Photo by Daniele Venturelli
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FASHION GRADUATE ITALIA 2017: insieme alle altre migliori Scuole e Accademie di Moda italiane hanno sfilato le collezioni di 6 designer dallo IED Milano.

Lunedì 6 novembre sulle passerelle di Fashion Graduate Italia 2017, presso lo spazio Base, insieme alle altre migliori Scuole e Accademie di Moda italiane, hanno sfilato 6 tra le migliori collezioni di tesi 2017, realizzate da 6 designer neodiplomati presso IED Moda Milanocon l’evento “6×6+14=50”.

I giovani progettisti si sono distinti, anche al di fuori di Ied, per riconoscimenti di rilievo (14 quelli ottenuti in totale) e partecipazione a mostre e performance nazionali e internazionali, oltre che per un rapido inizio di carriera in primarie realtà del sistema moda.

La sfilata allo spazio Base ha visto 36 uscite, a costituire una scenografia che punta sull’individualità creativa esplorando, nell’insieme, temi e suggestioni differenti: dal senso del sacro, all’assenza, al difetto e alla rovina; dai bagliori di atmosfere tardogotiche al focus sul legame tra passato e futuro; dalla giustapposizione di temi figurativi ai codici inediti disegnati da luce e ombra, solchi e pieghe. Ecco, in dettaglio, le 6 collezioni firmate dai designer IED Moda Milano e protagoniste al Fashion Graduate Italia: “6 collezioni per 6 designer, sommando i 14 premi che questi giovani neodiplomati hanno già ottenuto, dà come risultato 50: il traguardo – 50 anni di creatività e metodo progettuale – che Ied sta celebrando in questi giorni. Una storia il cui cuore sono proprio i tantissimi studenti e alumni che sono passati attraverso i nostri laboratori in mezzo secolo contribuendo, con le loro creazioni, all’evoluzione del costume e della società” – ha commentato Sara Azzone, Direttore IED Moda Milano. La partecipazione di IED Moda Milano al Fashion Graduate Italia va oltre la passerella, con la presenza – nell’intera tre giorni del 5-7 novembre – di uno spazio espositivo in cui incontrare da vicino l’essenza dell’offerta formativa e del metodo progettuale Ied.

Ma vediamo nel dettaglio i sei designere e le loro creazioni.

Andrea Consalvo – Outcast edition: Milano. Piazzale Cuoco. Luogo d’eccellenza in cui recuperare oggetti di seconda mano, scavando come per trovare un tesoro. La sensazione euforica di mescolare colori e superfici tattili si aggancia a una ferma continuità nella scansione dei volumi e nella giustapposizione dei temi figurativi. Il segreto è la ricerca del dettaglio: gli elementi si intrecciano, consumando e riattualizzando gli abiti in ogni loro parte.

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Antonio D’Addio – D’utile assenza: un tema ricorrente nell’opera dello scrittore Murakami e nella cultura giapponese. Assenza come abbandono, mancanza fisica, difetto. Una parata di vuoti traspare nella leggera e stabile struttura di volumi, in equilibrio fra superficie levigata e improvvisi vuoti d’aria, interruzioni. La resilienza è il mediatore, strumento guida per risolvere contraddizioni e attenuare una bisbigliata sensazione di rovina

Nicholas Fedele – La passata di pomodoro: il Sud e il senso del sacro. Come in una processione ripetuta per secoli, natura e cultura si mescolano in un’unica sostanza di luce bianca e grida assordanti. I colori della tradizione, carichi di slancio simbolico, si ricompongono nel ritratto di una donna per la quale spirito e slancio sono la stessa cosa. I motivi decorativi e i drappeggi di un passato eterno si plasmano per assumere nuova consistenza e diventare linguaggio della modernità.

Bingua Mao – Above the ocean: nel Mar della Cina i pescatori di Zhousan trasmettono le proprie tecniche di lavoro di padre in figlio. La collezione è l’omaggio di un nativo della regione alle tradizioni del suo popolo. Il grigio-blu ininterrotto del mare e del cielo si fonde con i colori squillanti degli strumenti da pesca. Il legame fra passato e futuro è un’articolazione di chiusure, reti, ganci, volumi imponenti e compatti.

Ylenia Facchetti – La Dama Bianca: una fanciulla esile e malinconica, una vergine coperta di nitidi e cedevoli panneggi, come in una miniatura tardogotica. Sedotta dall’aria e dallo scintillio del cielo, Biancamaria Martinengo, la Dama Bianca, precipitò dalle mura del suo castello a Padernello nel 1480, dando vita alla leggenda che questa collezione celebra: abiti fatti di bagliori, fluttuanti diaframmi, come lucciole di una notte d’estate.

Eros Tolentino – 52 Htz: il corpo parla. Le energie che lo compongono si aggrovigliano, palpitano, producono un’oscillazione in superficie, un’oscillazione intelligibile, come quelle spedite verso l’alto dagli abissi dell’oceano. Sulla superficie le energie lasciano traccia, un intrico di solchi e pieghe in cui si annida il senso, disegni di luce e ombra che danno vita a un codice inedito, isolato, un solitario grido silenzioso.

Fonte il Giorno

 

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