SCIOPERO
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SCIOPERO: nuova agitazione per il trasporto pubblico a causa dello stop generale nel settore pubblico e privato.

Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha annunciato che venerdì 27 ottobre è in programma uno sciopero generale dei lavoratori dei settori pubblici e privati e treni, bus, metro e tram, infatti, sono a rischio.
A scioperare saranno i lavoratori rappresentati dalle sigle Cub, Sgb, Si-Cobas, Usi-Ait, Slai-Cobas e l’agitazione durerà l’intera giornata, compreso il primo turno montante per i turnisti.

I sindacati spiegano che lo sciopero per i ferrovieri di Trenord e Ferrovie dello Stato è dichiarato dalle 21 del 26 ottobre 2017 alle 21 del 27 ottobre 2017. Saranno garantite le fasce orarie di garanzia.

A Milano l’agitazione è prevista dalle 8,45 alle 15,00 e dalle 18,00 al termine del servizio per l’esercizio di superficie.
Per la metropolitana lo sciopero è previsto nella sola fascia pomeridiana dalle 18,00 al termine del servizio.

Le motivazioni riguardano la volontà dei sindacalisti di “Abolire le disuguaglianze salariali, sociali, economiche, di genere e quelle nei confronti degli immigrati; aumenti salariali, riduzione generalizzata dell’orario di lavoro e investimenti pubblici per ambiente e territorio; pensione a 60 anni o con 35 anni di contributi; abolire la legge Fornero; fermare le privatizzazioni e le liberalizzazioni; garantire il diritto universale alla salute, all’abitare, alla scuola, alla mobilità pubblica e tutele reali di reddito per i disoccupati; difendere il diritto di sciopero con l’abolizione delle leggi che lo vincolano; rigettare l’accordo truffa del 10 gennaio 2014 sulla rappresentanza; contrastare ogni tipo di guerra e le spese militari”.
“Il nostro – proseguono – è un mondo di disuguaglianze che continuano a crescere. Lo stiamo vivendo sulla nostra pelle e diventano ogni giorno meno sostenibili e mettono ormai in discussione lo stesso diritto all’alimentazione, alla salute, alla casa ecc. La ricchezza della metà più povera della popolazione mondiale è diminuita dal 2010 al 2015 di mille miliardi di dollari. La metà più povera ha perso ben il 38%.”

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