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I giapponesi sono i migliori turisti al mondo, e i britannici meritano la maglia nera.

Questo il risultato di una classifica del motore di ricerca Jetcost sul turismo, che ha selezionato pregi e difetti dei viaggiatori secondo manager, personale addetto alla reception e dipendenti degli alberghi.

Che in base alle nazionalità hanno valutato diversi fattori, quali educazione, problemi causati, rumore, ordine e pulizia, eventuali furti o danni nelle stanze, reclami, abbigliamento, interesse per la lingua locale, la gastronomia e la cultura.

E i migliori sono i turisti del Sol Levante, in assoluto i più educati, con un comportamento sempre adeguato, molto ordinati, silenziosi e di poche lamentele. Inoltre sono quelli che lasciano le camere perfette, spendono molto negli hotel e sono molto interessati alla cultura locale.

Anche gli scandinavi non fanno brutta figura. Provano a parlare la lingua locale, sono gentili e umili, non si lamentano, non creano problemi e non sono rumorosi. Seguono gli australiani, i canadesi e i tedeschi, tutti considerati abbastanza cortesi e poco inclini a causare problemi.

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I turisti peggiori, invece, sono i britannici: parlano solo inglese, di solito non amano consumare cibo e bevande locali e spesso bevono molti alcolici. Inoltre hanno sempre lamentele, sono disordinati e distruggono le camere. E sono anche in vetta alla classifica dei “peggio vestiti”.

Male anche per russi (indisciplinati, maleducati e con poco gusto nel vestire), americani (pedanti, irrispettosi, molto rumorosi e mal vestiti), francesi (arroganti, avari, maleducati, rumorosi e anche un po’ sporchi), e cinesi, che sputano ovunque e hanno poca conoscenza delle abitudini degli altri Paesi.

E gli italiani?

Secondo Jetcost siamo a metà classifica. A lungo considerati quelli che spendevano di più all’estero, soprattutto per il cibo, ora siamo più attenti, ci vestiamo bene e siamo interessati a usi e costumi dei posti che visitiamo. Siamo però considerati chiassosi, spesso maleducati, avari con le mance e lasciamo le camere disordinate.

 

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