Il 18 e 19 ottobre si inaugurano a Milano, rispettivamente al Museo del Risorgimento e a Casa della memoria, due mostre curate da Fondazione Kuliscioff e Istituto nazionale Ferruccio Parri in collaborazione con il Comune di Milano – Cultura, che intendono raccontare il momento storico in cui si realizzò il primo atto della “rivoluzione” fascista: la marcia su Roma.
Le due mostre
Il 18 e 19 ottobre si inaugurano a Milano, rispettivamente al Museo del Risorgimento e a Casa della memoria, due mostre curate da Fondazione Kuliscioff e Istituto nazionale Ferruccio Parri in collaborazione con il Comune di Milano – Cultura, che intendono raccontare il momento storico in cui si realizzò il primo atto della “rivoluzione” fascista: la marcia su Roma, che il 29 ottobre di cento anni fa segnò l’avvio del fascismo al potere. Un evento che fu subito tramutato in mito, diventando il giorno zero del calendario fascista, nel 1925 festività scolastica e un anno dopo festa nazionale.
La mostra “La marcia su Roma: Il crollo della democrazia in Italia” (18 ottobre – 11 dicembre 2022), allestita nelle sale espositive del Museo del Risorgimento, illustra al grande pubblico, attraverso l’esposizione di immagini, giornali, manifesti, fotografie e materiale documentario dell’epoca, le origini e l’evolversi dell’episodio storico della marcia su Roma, individuandone i momenti e gli aspetti più rilevanti, partendo dagli anni immediatamente precedenti per arrivare agli inizi del regime.
Milano è protagonista assoluta di questo affondo storico-scientifico. Se infatti Roma rappresentava il potere nazionale, Milano era stata la culla del fascismo: era la città dove il movimento era nato, dove il futuro Duce viveva da molti anni e dove aveva sede, in via Paolo da Cannobio, il suo organo di propaganda, il Popolo d’Italia, fondato da Mussolini dopo la rottura con l’Avanti!. Palazzo Marino, poi, fu il primo palazzo di potere che venne espugnato dalla violenza squadrista: il 3 agosto del 1922, pochi mesi prima della marcia su Roma, i fascisti cacciarono da Palazzo Marino la giunta socialista guidata da Angelo Filippetti: una sorta di “prova generale” di ciò che sarebbe avvenuto a Roma il 29 ottobre.
Il progetto espositivo in Casa della memoria, dal titolo “Un sindaco fuori dal Comune: Angelo Filippetti” (19 ottobre – 13 novembre 2022), si concentra proprio su Milano, cercando di far luce sulle metamorfosi politiche e sociali che la città visse tra il 1892 ed il 1922 partendo dalla prospettiva specifica del Sindaco Angelo Filippetti – medico, scienziato e socialista – il cui archivio è stato donato nel 2019 all’Istituto Parri. L’approfondimento sulla sua figura e sulla sua opera sociale e politica, troppo spesso dimenticate, consente uno sguardo inedito sulla storia di Milano, dalla crisi di fine secolo all’avvento del fascismo.
Le due mostre, autonome ma strettamente connesse, si avvalgono dei preziosi archivi di Fondazione Anna Kuliscioff e Istituto nazionale Ferruccio Parri e della collaborazione dei rispettivi comitati scientifici e fanno parte del palinsesto “Milano è memoria” il progetto avviato dal Comune di Milano per rinsaldare e promuovere in città la conoscenza delle figure e gli eventi più significativi della nostra storia.
“Durante il periodo di apertura delle mostre – ha spiegato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi – sono in programma visite guidate, laboratori didattici, incontri pubblici con storici e studiosi, in modo da raccontare gli eventi che portarono al tragico trionfo del fascismo e della fine della democrazia in Italia. Temi attuali, perché la democrazia è sempre un bene delicato, di cui prendersi cura e la memoria è uno strumento fondamentale per farlo. Sapere come crollò la democrazia è un modo per proteggerla oggi e domani”.