Presentato anche il rinnovato Parco speleologico minerario
Dossena (BG), in Val Brembana, ospita il ponte tibetano più lungo al mondo. Con i suoi 505 metri e 120 metri di altezza, è il più lungo tra quelli esistenti a pedata discontinua e senza tiranti laterali. Sarà aperto al pubblico nelle prossime settimane, insieme al rinnovato Parco Speleologico Minerario ricavato all’interno delle storiche miniere di Dossena. Le due grandi attrazioni turistiche sono state ‘inaugurate’ nei giorni scorsi alla presenza dell’assessore regionale al Turismo, Marketing Territoriale e Moda.
Il ponte tibetano e il Parco minerario rientrano in un percorso strutturato di rilancio del turismo locale, attuato attraverso un piano a lungo termine di sviluppo territoriale-locale (PSTL). L’idea è nata da quattro giovani del paese che hanno voluto sognare in grande, attivandosi per realizzare un progetto che ha trovato il sostegno economico di Regione Lombardia.
Attrazioni protagoniste del rilancio della Valle Brembana
“Il Ponte del Sole e il Parco Speleologico – ha spiegato l’assessore regionale al Turismo, Marketing Territoriale e Moda – rappresentano un binomio vincente, in grado di valorizzare e rilanciare l’intera Valle Brembana. Grazie all’impegno delle istituzioni e in sinergia con le associazioni locali, l’intero territorio offrirà al grande pubblico delle attrazioni in grado di attirare visitatori da tutta Italia e anche dall’estero. In particolare, il ponte tibetano dei record sarà protagonista del rilancio della Valle grazie alla sua forza comunicativa, dall’alto valore mediatico per vivere un’esperienza turistica unica nel suo genere.
Lombardia scrigno di bellezze e di tesori da scoprire
“Il parco speleologico, invece – ha proseguito l’assessore al Turismo – permetterà di non disperdere antiche tradizioni che hanno forgiato uomini e donne di questi territori. Mestieri di una volta che torneranno ad illuminare paesi e luoghi, dando nuova linfa vitale a borghi altrimenti destinati all’anonimato. Uno sforzo sinergico, dunque, per la valorizzazione di prodotti esperienziali che rendono la nostra Lombardia una terra unica. Un vero e proprio scrigno di bellezze e tesori tutti da scoprire”.
I giovani progettano il futuro del proprio paese
“L’Accordo di Programma – ha detto ancora l’assessore regionale alle Infrastrutture – è la dimostrazione concreta di come Regione sia accanto ai piccoli Comuni. Così come alle zone montane e a quelle meno densamente abitate. Mi complimento infine con i ragazzi che hanno lavorato e lavoreranno a questo programma di sviluppo. È confortante vedere giovani così fattivamente coinvolti nella progettazione del futuro del proprio paese. Significa che stiamo compiendo passi avanti anche nella consapevolezza di quanto sia necessario attivarsi per il proprio territorio, se vogliamo davvero innescare un processo di cambiamento”.
Creiamo le condizioni per lo sviluppo della comunità
“Era l’inverno del 2019 – ha commentato l’assessore regionale agli Enti locali, Montagna e Piccoli Comuni – quando il sindaco e la sua giovane giunta sono venuti in assessorato e ci hanno presentato con grande entusiasmo un progetto per il rilancio del piccolo comune montano di Dossena. Con l’obiettivo sfidante di creare le condizioni di sviluppo per la piccola comunità e quindi scongiurare lo spopolamento. Nelle progettualità era prevista anche la realizzazione del Ponte Tibetano e del rinnovato Parco Minerario che oggi, nell’estate 2022, vedono l’inaugurazione. Nel frattempo in questi tre anni, siamo stati investiti da una inedita pandemia che ha portato tante sofferenze ma anche un inevitabile rallentamento amministrativo”.
Un’autentica dimostrazione di efficienza organizzativa
“Anche per questi motivi – ha concluso l’assessore regionale alla Montagna – credo che la determinazione del sindaco e dei suoi collaboratori, ed il sostegno convinto di Regione, abbiano portato ad un risultato incredibile. Al punto che oggi siamo all’inaugurazione. Una dimostrazione di efficienza organizzativa che sarebbe auspicabile fosse adottata in tutto il Paese. Il ponte metaforicamente ci fa attraversare una valle. E ci proietta verso un futuro che unisce le comunità di montagna. Le quali storicamente si sono sempre sostenute e aiutate reciprocamente”.