Fermato durante il lockdown, scrive il falso nell’autocertificazione ma il gup di Milano lo assolve
Il ragazzo aveva dichiarato nella stazione milanese di Cadorna di lavorare in un negozio e di stare rientrando a casa. Una versione smentita dal controllo dell’agente che inviando una mail al titolare del negozio si era sentito rispondere che quel giorno non era prevista la sua presenza nell’esercizio commerciale. Ma per il giudice, si legge nella sentenza, “è evidente come non sussista alcun obbligo giuridico, per il privato che si trovi sottoposto a controllo nelle circostanze indicate, di “dire la verità” sui fatti oggetto dell’autodichiarazione sottoscritta, proprio perché non è rinvenibile nel sistema una norma giuridica”. Inoltre, spiega il giudice, non esiste una legge che preveda l’obbligo di fare autocertificazione in questi casi, ed è incostituzionale sanzionare penalmente “le false dichiarazioni” di chi ha scelto “legittimamente di mentire per non incorrere in sanzioni penali o amministrative”.
Il gup Alessandra Del Corvo ha deciso che il fatto non sussiste perché in questo caso non c’è nessuna norma di legge che obblighi a dire il vero. Ma non solo: se vi fosse una norma di questo tipo finirebbe con essere in contrasto con il diritto di difesa del singolo.