LOMBARDIA – I numeri parlano chiaro e nell’attesa di un passaggio,ìdell’intera Lombardia all’arancione scuro potrebbero arrivare di ora in ora nuovi provvedimenti territoriali su altri Comuni e province con situazioni preoccupanti per incidenza di casi e saturazione ospedaliera.
O addirittura su tutta la Lombardia, se ci si accorgesse che le misure mirate non riescono a contenere il balzo dei contagi. La Regione sembra, però, più intenzionata ad aspettare di ricevere sul suo tavolo l’elaborazione dei dati che poi verrà esaminata dalla cabina di regia nazionale venerdì e da cui dipenderà la sua destinazione cromatica.
Si guarda a venerdì, quindi, con i dati del Comitato tecnico scientifico, nella prospettiva di una Lombardia arancione scuro o rossa sempre più vicina. Perché se sopra i 250 casi settimanali ogni 100 mila abitanti si entra in un regime di misure rafforzate, in Lombardia quest’incidenza registra una crescita negli ultimi sette giorni del 42% (eravamo a 189 una settimana fa, a 267 ieri). Peggio di noi fanno solo il Piemonte e l’Emilia-Romagna (entrambe già molto «rosse»).
Sono i dati provinciali a rendere la situazione ancora più evidente: con Brescia ormai a 515 positivi settimanali ogni 100mila abitanti, il valore più alto di tutte le province d’Italia, e Milano dove il valore in una settimana è cresciuto del 44%. A Brescia ieri si è registrato il 30% dei 4.590 nuovi contagi lombardi (1.026 in provincia di Milano). Capoluogo dove l’indice di trasmissibilità (Rt) per data tampone sale nuovamente in modo costante dal 21 gennaio scorso: ieri era a 1,36. E quello lombardo intorno all’1,14.
COSA CAMBIA IN ZONA ROSSA CON IL NUOVO DPCM APPENA APPROVATO?
Il nuovo Dpcm sarà in vigore dal 6 marzo, fino al 6 aprile. Le restrizioni, dunque, riguarderanno anche le festività pasquali.
Prosegue la linea del rigore. Tra le novità principali la stretta sulla scuola. L’idea del governo, che recepisce le indicazioni del Cts, è di chiudere gli istituti automaticamente in zona rossa e dare la facoltà nelle altre aree di interrompere le lezioni in presenza se, a livello locale, si raggiungono 250 casi ogni 100mila abitanti, a prescindere dal colore delle zone. Nelle regioni gialle e arancioni, dunque, la decisione viene rimandata a governatori e sindaci.
Un’altra novità è la chiusura in zona rossa di barbieri e parrucchieri, finora considerati tra i servizi alla persona che potevano rimanere aperti mentre vengono definite meglio anche le limitazioni in zona bianca.
Restano, invece, il sistema a fasce, il coprifuoco e lo stop agli spostamenti tra regioni. Non riaprono palestre, piscine e impianti sciistici.
Tra le modifiche più attese il via libera all’apertura di cinema e teatri dal 27 marzo, in zona gialla, come aveva chiesto il ministro alla Cultura, Dario Franceschini.