La Scala riaprirà quasi sicuramente a settembre con ” Messa da Requiem” di Giuseppe Verdi per commemorare i morti del Covid 19.
Con l’esecuzione della “Nona sinfonia” di Ludwig van Beethoven poi si celebrerà simbolicamente la “liberazione” dalla fase più difficile dell’epidemia.
La celebre partitura contiene infatti l'”Inno alla gioia” con il testo di Friederich Schiller che, musicato da Beethoven, dal 1985 è diventato l’inno dell’Unione Europea.
Mentre il Requiem verdiano che fu eseguito per la prima volta nella chiesa di San Marco il 22 maggio 1874 a un anno dalla morte di Alessandro Manzoni, sarà rieseguito anche a Bergamo e a Brescia. Le altre due città maggiormente colpite dal virus.
Sul podio, Riccardo Chailly alla guida dell’orchestra e del coro scaligeri. Quindi una breve stagione lirica di soli tre titoli, ma di grande impatto: “La Traviata” e l’”Aida” di Verdi e “La Boheme” di Giacomo Puccini. In questo caso, sul podio si alterneranno lo stesso Chailly e Zubin Mehta. Gli interpreti dei cast sono artisti che il teatro aveva già messo sotto contratto e questo ridurrà i costi.Per fissare le date, si attende solo il via libera del governo, ma il Consiglio di amministrazione del teatro ieri ha già approvato all’unanimità il programma presentato dal neosovrintendente Dominique Meyer.
Il teatro sta lavorando perché i due concerti si svolgano alla presenza del pubblico, ma l’evento sarà anche ripreso e trasmesso in mondovisione.
A lanciare la proposta di un concerto commemorativo per la riapertura del teatro erano stati i sindacati.
Nel frattempo, il board della Scala ieri, per la prima volta, ha preso atto ufficialmente del danno economico alle casse del teatro provocato dalla chiusura dallo scorso 25 febbraio.
Un buco che nelle proiezioni fino a settembre arriverebbe a sfiorare i 20 milioni tra mancata vendita dei biglietti e altre spese. Il nuovo sovrintendente, però, continua a lavorare alla stagione del 2021/2022 e conferma l’intenzione di presentare la prossima prima dell’estate. L’opera inaugurare sarà “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti, diretta da Chailly con protagonista Juan Diego Florèz. La stessa opera con cui Claudio Abbado il 7 dicembre 1967 diresse la sua prima inaugurazione da direttore stabile della Scala. Sempre che dal governo arrivino segnali su una possibile riapertura del teatro già da settembre.
Garantendo la misurazione della temperatura del pubblico all’ingresso e il contingentamento dei posti, ma sempre con l’idea di vedere gli spettacoli in diretta streaming più come una prospettiva piuttosto che una realtà immediata.
Il cda ieri ha dato il via libera anche all’accordo con i sindacati che rinvia per due anni la trattativa sul rinnovo del contratto integrativo di tutti i dipendenti del teatro.
In cambio dell’impegno dei vertici della Scala a integrare fino all’80 per cento gli stipendi che i fondi dei Fis, il fondo d’integrazione salariale previsto dal governo per i lavoratori dello spettacolo, coprirebbe solo fino al 40 per cento. L’approvazione del bilancio 2019 è stata rinviata alla prossima riunione, quando i conti saranno più precisi.
Prima della riapertura è prevista non solo la sanificazione di tutto il teatro, ma anche il rifacimento completo del pavimento del palcoscenico e delle funi che sollevano le scenografie.
Senza contare che i sindacati insistono per firmare un protocollo per la sicurezza di tutti i lavoratori.
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