MILANO CAPITALE DELL’ARTE “SENZA FOLLA”: Rachel Cooke afferma che è sottovalutata la sua straordinaria offerta artistica.
“Se voi amate pittura e scultura, Milano è il posto che fa per voi“, questo scrive The Guardian, aggiungendo: “ma senza le code e la folla che si trovano a Venezia o a Firenze”.
Secondo la giornalista inglese Milano rispecchia l’immagine di città della moda. “Think of Milan and you think of fashion” comincia così l’articolo di Rachel che scrive “la prima volta che ho trascorso qualche ora in città, passeggiavo nella Galleria Emanuele II sognando di essere ricca”, anche perchè cos’altro si può sperare in un luogo “dove tutti sono così invidiabilmente vestiti?” e dove “perfino le suore sembrano chic”?
Eppure secondo The Guardian Milano non è da meno delle più quotate città d’arte, anzi, il fatto di essere così sottovalutata consente di godere dei capolavori universale senza folla.
Nell’articolo sono citate quattro meraviglie artistiche di Milano.
San maurizio
“Nella straordinaria Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, una chiesa dove quasi ogni superficie è rivestita di affreschi, alcuni del pupillo di Leonardo Da Vinci, Bernardino Luini, sono rimasta stupita di ritrovarmi quasi completamente sola“.
Cristo morto (Pinacoteca di Brera)
Nella “principale galleria pubblica” della città, gestita dal “carismatico direttore Anglo-canadese James Bradburne, ho visto alla fine lo Lo stupefacente Cristo morto di Mantegna (1480), un dipinto straordinario tanto per la sua stranezza quanto per il suo realismo (la composizione dell’artista attira in modo inquietante tutta la vostra attenzione sull’inguine del corpo, drammaticamente scorcio di Nostro Signore).
Codice Atlantico (Ambrosiana)
“Alla Pinacoteca Ambrosiana è possibile vedere, ogni giorno, pagine selezionate del Codice Atlantico, il più grande insieme di disegni e scritti esistenti di Leonardo”
L’Ultima cena (Santa Maria delle Grazie)
“Ma sicuramente l’esperienza più incredibilmente intensa che si può avere a Milano è quella di visitare l’Ultima Cena, dipinta dall’artista nel 1490, nel Refettorio del Convento di Santa Maria delle Grazie”. Anche in questo caso colpisce potersi godere l’opera in tranquillità e senza resse: “solo 30 persone sono ammesse in sala”. “E come risultato, puoi guardare l’affresco di Leonardo senza frizione, con gli occhi completamente liberi di vagare attraverso le sue delicate distese”, dove “puoi dire esattamente cosa pensa e sente ciascun apostolo“.