E’ stato resgistrato il 10% di presenze in più rispetto all’anno scorso e già si guarda all’edizione 2018. Ponte di Pino: «Bookcity funziona perché sono tante singole intelligenze che si mettono in rete»
Un succsso consolidato, che chiunque abbia girato per Milano in questi giorni ha potuto toccare con mano, confermato dai dati di chiusura: in quattro giorni Bookcity 2017 ha coinvolto 175mila persone, il 10 per cento in più rispetto all’anno scorso (erano 160mila) e quasi il doppio della prima edizione (80mila), quella del 2012, quando si sperimentò la formula dell’evento diffuso, creato dal basso, per portare i libri alle persone e non viceversa.
E già si guarda avanti, con le date della settima edizione che si svolgerà dall’8 all’11 novembre 2018.
«Il risultato è importante perché la crescita di pubblico è frutto soprattutto dell’aumento degli eventi autorganizzati, quelli proposti dalle associazioni e dai cittadini — commenta Luca Formenton del comitato promotore — . Questo significa che abbiamo fatto bingo e che la manifestazione è entrata davvero nel cuore della gente, confermando la grande consonanza con la città, dal momento che entrambe offrono un mix di localismo e internazionalità unico: nel programma di Bookcity convivevano l’incontro su Giulio Ricordi, musicista milanesissimo, l’inaugurazione della libreria di via Padova dove tutti pensavano non andasse nessuno perché lontano dal centro e invece era strapiena, e la maratona di lettura dei bambini di 27 paesi del mondo al Mudec».
Un successo trasversale, oltretutto, che ha ricompensato non solo i nomi soliti al bagno di folla — Piero Angela, Michele Serra, Fabio Volo, Sofia Viscardi solo per citarne alcuni — , ma anche gli eventi di nicchia, in sale più piccole ma spesso affollate.
E ha premiato le novità: la festa nelle librerie, le passeggiate con gli autori che hanno coinvolto 230 persone, la lettura nelle case private sul modello di Pianocity andata subito sold out con 130 partecipanti (12 appartamenti messi a disposizione con ingressi limitati a 12-15 persone).
Tanto che l’anno prossimo i salotti saranno confermati: «Bisogna mettere a punto l’iniziativa ma ci saranno anche nel 2018 e spero che le adesioni siano maggiori: con più case potremmo aumentare anche il pubblico» dice Formenton, che si è prestato a fare da apripista con la lettura delle pagine di Don DeLillo a 12 «amabilissimi cittadini cui ho offerto anche un vassoio di paste».
Per Oliviero Ponte di Pino, il direttore ombra che ogni anno compila il programma incastrando gli eventi proposti con le sedi a disposizione, «Bookcity funziona perché sono tante singole intelligenze che si mettono in rete e il risultato è maggiore della somma delle singole parti». In effetti, al di là dei numeri, quello che colpisce saltabeccando tra reading e presentazioni è l’effetto complessivo di un’orchestra che suona all’unisono perché ogni strumento esegue la sua partitura nei tempi che gli sono stati assegnati. E il risultato è una grande festa per tutta la città.