STREET ART: Da “dannosa” al decoro urbano a vera e propria arte riconosciuta e cercata.
La città è una tavolozza e la street art a Milano sta diventando sempre più protagonista di questo museo diffuso a cielo aperto. Sottopassaggi e ponti, torri e centraline dell’elettricità, addirittura mura d’ospedale e conventi…
Il Comune di Milano ha lanciato qualche tempo fa il progetto Muri Liberi: cento muri in quasi altrettanti luoghi della città sono stati assegnati alla creatività degli street artist.
Per trovarli è stata creata anche una mappa geo-referenziata.
Oggi vi portiamo in centro. In un angolo milanese dove forse non vi aspettereste di trovarli…
Street art a Milano: i murales di piazza Cardinal Ferrari
Non siamo molto lontani da corso di Porta Romana: basta arrivare all’angolo con via Santa Sofia e imboccare San Calimero, una strada tranquilla, con qualche locale e un’atmosfera d’altri tempi, che conduce alla Basilica che le dà il nome. E qui comincia un piccolo, piacevole, corto circuito. Siamo arrivati in piazza Cardinal Ferrari, e una parete accanto alla chiesa ci colpisce: sembra la pagina antica di un monaco ammanuense. Ecco, abbiamo scoperto la prima opera di street art del quartiere. La facciata appartiene all’Archivio Diocesano e quei segni intensi che circondano l’arco del portone e le finestre sono opera di Ivan Tresoldi, alias Ivan. Uno degli street artist più famosi di Milano ma non solo, anche se lui si definisce “poeta di strada”, forse perché sono proprio quelle lettere fiorite a rappresentare la sua cifra stilistica: lui le chiama scaglie, sono brevi poesie che dipinge ormai dall’inizio degli anni 2000 a cielo aperto, sui muri, sulle saracinesche e altrove. Come se fossero una pergamena.
Arte super moderna e tradizioni antiche: ma il viaggio nel tempo in questo scampolo di street art a Milano fa un brusco balzo in avanti appena proseguiamo a passeggiare: qualche panchina, una vedovella (la classica fontanella pubblica di Milano), qualche passante, un parcheggio sotterraneo. Ma è il muro sulla nostra destra ad avere qualcosa da dirci: ci sono dei volti, qualcuno accigliato altri aperti in un largo sorriso, tutti sui toni dell’ocra e dell’arancione: sono i volti di milanesi illustri, volti di attori, artisti, scrittori e poeti. E ci guardano dal 2014, grazie al progetto artistico che si chiama WallArt e che ha una storia che merita di essere raccontata.
Probabilmente lo saprete: vicino a questa piazza si trova l’istituto Ortopedico Gaetano Pini. Ed è stata proprio la Fondazione dell’Ospedale, in occasione dei 140 anni della sua nascita, a decidere di celebrare regalando alla città un piccolo museo a cielo aperto. Il desiderio era quello di festeggiare riqualificando gli spazi e regalando una nuova visuale a chi trascorre anche poche ore in quelle strade. Così è nato WallArt: tre murales per il muro del Convento della Visitazione e i muri dell’Istituto Gaetano Pini e dell’Archivio Diocesano. A realizzare l’opera sono stati chiamati tre nomi celebri della street art milanese: Pao (Paolo Bordino), Ivan (Tresoldi) autore appunto del murale sulla facciata dell’Archivio Diocesano, e il duo Orticanoodles (Walter Contipelli e Alessandra Montanari). E sono stati proprio loro a creare il murale che raffigura i volti celebri della cultura milanese. Da Alda Merini a Franca Rame, da Enzo Jannacci a Giorgio Gaber passando per Claudio Abbado, Carlo Emilio Gadda, Gian Maria Volontè.
Sono dodici, e ognuno racconta un pezzo di storia milanese. E sono accompagnati da citazioni e aforismi. Come quella di Charles Bukowsky, “Scrivere poesie non è difficile, il difficile è viverle”, oppure Friedrich Nietzsche che ci spiega come “Senza musica, la vita sarebbe un errore”.
Se i personaggi milanesi sembrano quasi sobri nei loro colori della terra, i colori si sono riappropriati del muro esterno dell’ospedale Pini: qui la mano è quella di Pao, alias Paolo Bordino, celebre per i suoi “pinguini”.
Street art a Milano: gli artisti
Sono tanti i writers che hanno scelto Milano per le loro opere di street art, consegnando a nuova vita muri, facciate, luoghi di archeologia industriale. Da Millo e le sue opere al Giardino delle Culture in via Morosini, a Pao e i suoi celebri pinguini (e ovviamente tanto altro), a Orticanoodles, gli artisti che hanno decorato la ciminiera della Distilleria Fratelli Branca.