id200 palazzo reale milano 01 flickr bri74
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È aperta per tutta l’estate fino al 22 settembre 2024 a Palazzo Reale l’antologica dell’artista Valerio Adami (Bologna, 1935) che celebra i sessantacinque anni di carriera e ricerca di uno dei maggiori artisti italiani del Dopoguerra.

La mostra è promossa da Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale con l’Archivio Valerio Adami, con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. Curata da Marco Meneguzzo, con il coordinamento generale di Valeria Cantoni Mamiani, presidente dell’Archivio Valerio Adami, la rassegna presenta oltre settanta grandi quadri e circa cinquanta disegnidal 1957 al 2023, tra i più significativi dell’opera del Maestro. Pittore stimato in tutto il mondo, Valerio Adami incarna perfettamente l’idea dell’artista internazionale e aperto a tutte le suggestioni derivate da altri linguaggi, come la letteratura, la filosofia, la musica.

La mostra Valerio Adami. Pittore di Idee ripercorre la produzione del Maestro configurandosi come un’antologica scandita con andamento cronologico, salvo alcune significative varianti. Nelle prime due sale sono esposti i lavori dagli esordi – il primo è La giostra del 1957 – alla fine degli anni Sessanta. La terza sala presenta le opere degli anni Settanta (con aperture verso gli Ottanta), mentre la quarta diventa una sala non cronologica, ma tipologica, destinata ai ritratti che l’artista ha condotto nei decenni sui “padri nobili” che ha scelto come esempi di vita e di arte. Le sale successive sono dedicate soprattutto agli ultimi quattro decenni – volutamente preponderanti in questa rassegna – sia per testimoniare la fecondità del lavoro di Adami, sia per continuare idealmente la mostra realizzata nel 1986 al Centre Pompidou di Parigi e poi trasferita integralmente lo stesso anno nelle sale di Palazzo Reale a Milano. Arricchisce la mostra uno stretto passaggio tra le sale “tappezzato” dai recentissimi ritratti ideali che l’artista ha compulsivamente realizzato negli ultimi mesi e che costituiscono una specie di “contraltare” espressionista alla sua misurata e calcolata pittura.

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