art week
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In occasione di Milano Art week 2023, la settimana dedicata all’arte moderna e contemporanea, Milano si arricchisce di cinque nuovi lavori di artisti contemporanei per lo spazio pubblico: Franco Mazzucchelli in Darsena e Triennale Milano, Flavio Favelli nel cortile del Mudec, Otobong Nkanga, Liliana Moro e Rossella Biscotti si aggiungono al percorso di Artline.

Dall’11 aprile, nel cortile del Mudec (via Tortona 56) si potrà ammirare un nuovo dipinto murale di Flavio Favelli, dal titolo “I Trenta”, un progetto a cura di Alice Cosmai e Alessandro Oldani realizzato con il supporto tecnico di Walter Contipelli – Orticanoodles e la collaborazione di Base. L’opera si inserisce nella programmazione di arte urbana legata alla mostra “Rainbow. Colori e meraviglie tra miti, arti e scienza”, visitabile al Mudec fino al 2 luglio 2023.

Il murale riproduce, tramite un segno pittorico molto essenziale, trenta passaporti di diversi paesi del mondo tratteggiati con un gradiente cromatico che ricorda l’iridescenza dell’arcobaleno.
Favelli si sofferma da tanti anni su francobolli, banconote, bandiere e documenti, in pratica il linguaggio visivo del potere, uno dei più interessanti – a volte tanto complesso quanto banale – sul quale ha prodotto molte opere fra assemblaggi, composizioni, collage, pitture e appunto murali. Nonostante siano oggetti comuni e importanti, i passaporti, proprio come le banconote, sono molto visti ma poco guardati e conosciuti. Il progetto consiste nel dipingere i soggetti delle copertine di vari passaporti, quelli per lui sono più interessanti, fra il desueto e il problematico, fra il lontano e l’esotico, fra il misterioso e il reietto, fra l’ambiguo e il complicato. Il murale sarà inaugurato con una conversazione tra l’artista e il collettivo Claire Fontaine sul tema “Dentro/fuori. Dialoghi di arte pubblica” moderato da Silvia Bignami (11 Aprile, dalle 18:00).

Franco Mazzucchelli torna a Milano, la sua città, con “Aria, terra, acqua”, un doppio intervento in cui le sue sculture di aria sono allestite su terra, nel Giardino Giancarlo De Carlo in Triennale Milano dal 13 al 26 aprile e sull’acqua, ovvero sulla Darsena dei navigli dove dal 14 aprile sarà visibile la spettacolare opera “Elica”.

In Triennale, nel cui salone l’artista aveva realizzato la prima delle sue “Sostituzioni” (1973) Mazzucchelli interviene con una installazione dal titolo “Aperta parentesi”. Due grandi archi fissati al terreno alludono a una parentesi tonda, una pausa spaziale che delimita una selezione degli iconici gonfiabili di Mazzucchelli, esposti a rotazione per tutta la durata della mostra. I gonfiabili, elementi geometrici leggeri tipici del linguaggio di Mazzucchelli potranno infatti essere liberamente movimentati nel giardino uscendo dagli spazi dati come segni non monumentali, mutevoli e sorprendenti. L’architettura delle opere e la configurazione del giardino di Triennale cambia così volto durante la mostra grazie al pubblico chiamato a mescolare le carte e a invertire le formule date.

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La seconda tappa della mostra e pezzo centrale dell’operazione verrà svelata venerdì 14 aprile: si tratta di “Elica”, un grande gonfiabile appositamente realizzato da Mazzucchelli e che ricorda una sua azione storica, “Abbandono” del 1969, quando una scultura dalla simile forma a più curvature fu lasciata in libertà sulla spiaggia di Saintes Maries-de-la-Mer, in Camargue. “Elica” galleggerà sullo specchio d’acqua della Darsena dei navigli, nel tratto verso piazza XXIV maggio.

Tre nuove opere si aggiungono al percorso di Artline Milano: “Come fare?” di Rossella Biscotti; “Sundown” di Liliana Moro e “Where Strata Gather” di Otobong Nkanga. Artline è una collezione di opere di arte pubblica del Comune di Milano, che si completerà entro il 2023 con diciannove interventi permanenti di artisti internazionali nel parco di Citylife.

L’opera “Where strata gather” di Otobong Nkanga (1974, Kano, Nigeria; vive e lavora ad Anversa, Belgio), consiste di cinque sculture, realizzate con elementi naturali come pietra, marmo, argilla collegate tra loro da tubi in acciaio. L’opera fa riferimento agli strati invisibili e nascosti del sottosuolo, tramite materiali che caratterizzano la composizione geologica del territorio lombardo. Le sculture ci invitano a riflettere sulla relazione tra il materiale grezzo e le possibili trasformazioni a cui questi elementi possono dar vita.

L’istallazione “Sundown” di Liliana Moro (1961, Milano) è composta da trenta sedie in bronzo, da un elemento scultoreo in metallo di colore giallo simile a una tenda e da un diffusore acustico che trasmette in tempo reale i programmi di Radio Rai 3. Al momento del tramonto, un segnale acustico, che si sovrappone alla radio abbassandone il volume, ci avverte che stiamo per assistere al giornaliero spettacolo naturale del passaggio dal giorno alla notte. L’ora del tramonto diventa dunque un dispositivo per condividere una trasformazione quotidiana e l’opera è il luogo in cui è possibile incontrarsi e fare questa esperienza.

“Come fare?” di Rossella Biscotti (1978, Molfetta, vive e lavora a Bruxelles, Belgio) è strutturata in cinque ‘isole’, realizzate con mattoni e cemento e messe in relazione tra loro. Una installazione che attraverso l’utilizzo di strutture modulari ispirate alla storia recente della sperimentazione architettonica, della pedagogia e del design radicale, ricompone un agglomerato urbano in miniatura che il visitatore può attraversare innescando un percorso esperienziale e percettivo.

Inoltre l’opera di Serena Vestrucci, “Vedovelle e draghi verdi”, del 2017, che consiste nel redesign delle bocchette di alcune fontanelle dell’acqua pubblica, viene arricchita di un nuovo elemento.

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