Il cacciatore di nazisti
Dal 18 al 22 gennaio va in scena al Teatro Franco Parenti “Il cacciatore di nazisti”, con Remo Girone e la regia di Giorgio Gallione. La pièce è basata sull’avventurosa vita di Simon Wiesenthal e prende spunto dai suoi scritti e dalle sue sulle sue memorie.
Wiesenthal, ebreo polacco, uscì vivo dalla detenzione in diversi campi di sterminio nazisti e alla fine del conflitto dedicò tutta la vita alla caccia dei criminali che avevano attuato il piano di eliminazione sistematica di tutti gli ebrei europei. Egli agì non per vendetta, ma per giustizia e per impedire che tanti criminali potessero impunemente farla franca.
L’azione scenica si svolge nel 2003 al Centro di documentazione ebraica da lui fondato a Vienna, immaginando il suo ultimo giorno di lavoro. Egli si rivolge al pubblico e ripercorre i suoi 58 anni passati a ricercare gli artefici di quella macchina da morte che eliminò 11 milioni di persone, tra cui 6 milioni di ebrei.
Si tratta di un thriller di spionaggio, oltre che documento storico, rivissuto con partecipazione, sdegno e umorismo ebraico e fa luce su uno dei periodi più bui della storia recente. Lo spettacolo si interroga sul male e sul rischio di rimozione e oblio della memoria.