Dal 9 settembre fino al 23 ottobre 2022 la Kasa dei Libri mette in mostra 400 copertine di Munari, molte delle quali sconosciute o quasi.
La mostra alla Kasa dei Libri
Tantissime sono le copertine di Einaudi ma la cosa non sorprende certo. Quando però si arriva agli anni Sessanta e Settanta, il ventaglio di collaborazioni di Munari si allarga arrivando a editori assai meno studiati, come Rizzoli o Bompiani. E in mostra ci sono intere collane che sfuggono anche alle bibliografie più complete. Non è soltanto una questione di quantità: anche la varietà fa la sua parte. In una produzione così vasta, le ispirazioni sono davvero tante. Un fenomeno comprensibile quando si parla di case editrici completamente differenti tra loro, per esempio il Club degli Editori con le sue decine di migliaia di aderenti, oppure Scheiwiller con le poche centinaia di copie per edizione. Ma a volte la differenza si coglie tra marchi molto simili, quando non all’interno della stessa casa editrice. Una varietà forse mai percepita appieno, che questa volta l’estensione della mostra, anche temporale (la prima copertina è del 1930, quando Munari ha 23 anni, l’ultima poco prima della scomparsa, nel 1998) consente di cogliere a prima vista.