visual club esse famiglia tuffo mare stintino
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Si moltiplicano siti che offrono pacchetti a destinazione aperta.

Toratora, UTravel, Flykube, WowTrip sono tutti siti sviluppati secondo lo stesso format: il viaggiatore seleziona il budget di cui dispone, sceglie un giorno, l’aeroporto più vicino a casa e aspetta la data della partenza per scoprire la meta a lui destinata.

I prezzi sono sempre abbastanza abbordabili (per esempio, per una settimana sul mediterraneo, tutto compreso, il prezzo base è sotto i 500 euro).

Quasi 500 anni fa Cristoforo Colombo aveva una destinazione ben chiara in mente, ma non i fondi necessari per raggiungerla. Oggi le cose si sono capovolte: soldi alla mano, la destinazione non importa più, basta che il costo del viaggio rientri nel budget. Una nuova versione del viaggio è resa possibile dalle sempre più numerose piattaforme che propongono “un’esperienza indimenticabile e con destinazione a sorpresa”.

 Inclusi nel prezzo, che parte da 179 euro e sale man mano che la ricerca diventa più dettagliata e quindi meno a sorpresa, sono i voli di andata e ritorno, il pernottamento in hotel e una guida personalizzata del luogo che si andrà a visitare.

Si tratta quasi di un appuntamento al buio, solo che ad attendere il viaggiatore non ci sarà una persona, ma una città sconosciuta.

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La prenotazione va conclusa almeno 15 giorni prima della data di partenza, per cui, scegliendo questa tipologia di viaggio, ci si assicura un mix di emozioni che fanno sì che l’esperienza non inizi solo una volta sospesi sulle nuvole, ma ben prima, quando si fanno vive curiosità e adrenalina.

Quando ci si comincia a chiedere cosa mettere in valigia, se farà freddo, se si vedranno mare, montagna o grattacieli, ecco che l’esperienza, almeno con la mente, è iniziata.

Ma il luogo di arrivo è sconosciuto e lo si scopre qualche giorno prima della partenza, un lasso di tempo che può variare tra le 48 ore e una settimana prima a seconda del sito. Di solito le piattaforme danno la possibilità di scegliere delle “macro aree”, per esempio le capitali europee o le isole del Mediterraneo, con la facoltà di escludere una o più mete in cui si è già stati.

E tra le opzioni c’è anche quella di regalare un viaggio a sorpresa.

Dalla Spagna all’Italia, come è nata l’idea

In principio fu la Spagna: l’impressione è che i cugini iberici siano stati i primi a fiutare il nuovo trend. Se si va a leggere con attenzione i siti specializzati più popolari, come Waynabox, Flykube o Drumwit, si scopre che si tratta di società spagnole. Ma anche l’Italia si sta muovendo. Una delle piattaforme nostrane è Toratora, che offre diverse opzioni di viaggio a sorpresa, con prezzi piuttosto competitivi (meno di 200 euro il costo base). La società ha un target che va dai 18 ai 35 anni e – non a caso – su Instagram può contare sul “sostegno” di giovani e popolari influencer come Giorgia Soleri, Camihawke e Federica Fabrizio.

“La gran parte delle prenotazioni, circa il 70%, ci arriva da persone al di sotto dei 30 anni”, spiega a Repubblica Francesco Simeone, giovane cofondatore e Ceo di Toratora. L’idea della start up nasce dal desiderio di coniugare il lavoro e la passione per i viaggi, e Simeone l’ha sviluppata a Los Angeles, dove è andato grazie al bando Torno Subito della Regione Lazio. Poi nel 2018, tornato a Roma, insieme a due soci – Giuseppe De Lauri e Tiziano Ciotti – ha fondato Toratora.

 Per un pubblico di ragazzi – età massima per prenotare, 30 anni – è pensata anche Utravel, corporate startup di Alpitour. Giovane è pure la co-fondatrice Carlotta Gaddo, che ha avuto l’idea appena approdata ad Alpitour dopo gli studi: “Era il 2018 ed eravamo due ragazzi freschi di università – racconta a Repubblica  – La fascia dei giovani sotto i trent’anni era forse la meno presidiata dall’azienda in quel momento. Così abbiamo pensato di usare le grandi disponibilità extra di Alpitour per proporle ai ragazzi in modalità blind booking (prenotazione “alla cieca”, ndr)”.

Un colosso dei tour operator come Alpitour, infatti, ha una mole di “invenduto” (posti in aereo e camere d’albergo in tutto il mondo), che ovviamente non può essere smaltita come si fa con i saldi in un negozio. Da qui l’idea: incrociare questa offerta con la domanda di viaggi economici da parte dei ragazzi. Qualcosa di simile esisteva anche prima, in realtà, e si chiamava “formula roulette”. Ma un tempo a restare sconosciuto era solo l’albergo, oggi lo è anche la meta. Qualche giorno prima, di solito cinque, si scopre la destinazione, che non è solo in Europa, anzi: a seconda della tipologia scelta, si può finire in una capitale del Vecchio continente, in Madagascar, a Capo Verde o sul Mediterraneo.

Le piattaforme

I viaggi “blind” di Utravel sono destinati in particolare agli studenti universitari, non a caso nel 2018 il progetto è stato presentato in anteprima in tre atenei: la Luiss di Roma, la Cattolica di Milano e l’Università di Torino. Con il tempo la startup ha aperto anche ad altri tipi di viaggio, ma quello a sorpresa resta ancora uno dei principali focus dell’azienda. E con la rinascita del turismo internazionale dopo l’emergenza sanitaria, la tendenza è in grande aumento: “Quest’anno stiamo assistendo a una ripartenza molto forte, le prenotazioni per l’estate hanno numeri mai visti”, racconta ancora Gaddo.

Il merito è anche di una strategia di presenza capillare sui social: 126 mila follower su Instagram e un gruppo privato su Facebook che conta oltre 12mila iscritti. Con una bussola, che, come spesso accade, distingue le aziende italiane dai competitori esteri: “Offriamo sempre servizi di livello medio-alto – conclude la fondatrice di Utravel – con alberghi da 4 o 5 stelle. Riusciamo a farlo a prezzi molto competitivi proprio grazie alla formula a sorpresa. E di sicuro siamo tra i primi a offrire destinazioni in tutto il mondo”.

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