La campagna vaccinale procede a rilento, nonostante i migliori auspici iniziali. E le attività commerciali, così come le scuole, tardano a riaprire. Ma adesso emergono nuovi dubbi: è possibile che occorra una terza dose di vaccino per proteggersi dalle varianti del virus, con richiamo annuale.
Mentre in Europa si litiga ancora sul piano vaccini, dalla riunione “segreta” di Pfizer emerge che una terza dose agli over 80 sarà obbligatoria nei prossimi mesi e che con ogni probabilità il vaccino anti-Covid sarà di fatto inoculato per sempre
Le stime più ottimistiche dovranno probabilmente scontrarsi con una realtà diversa.
Ne è la prova il fatto che il Regno Unito – che ha utilizzato unicamente i vaccini di AstraZeneca e Pfizer – stia pensando all’ipotesi della somministrazione di una terza dose per contrastare la diffusione delle nuove varianti del coronavirus. Anche se, contemporaneamente, l’Inghilterra sta allentando le misure di sicurezza per favorire la ripresa della vita “normale”.
L’esigenza di una terza dose di vaccino potrebbe anche spiegare perché negli Stati Uniti vi siano più “scorte” di Pfizer – azienda statunitense che non rispetta i tempi di consegna in Europa – di quelle previste dai contratti con il governo americano. Questo nonostante le prescrizioni per il loro trasporto e la loro conservazione siano ormai più pratiche.
Frank A. D’Amelio, direttore finanziario e vicepresidente esecutivo della fornitura globale della multinazionale farmaceutica, ha fatto sapere che – nonostante il vaccino non abbia mostrato scarsa efficacia nella protezione dalle varianti inglese, brasiliana e sudafricana – le stesse varianti sono destinate a moltiplicarsi e ad aprire scenari futuri scarsamente prevedibili.
«Stiamo discutendo negli Stati Uniti e con vari governi la necessità di inoculare una terza dose del nostro vaccino, un richiamo, per allungare la durata della immunità e aumentare l’efficacia contro queste varianti emergenti del virus». Nuovo business, nuovo fatturato, nuovi utili. «Quindi forniremo continui aggiornamenti sui nostri ricavi Covid e sulle prospettive finanziarie».
Dunque si percepisce da una riunione a porte chiuse sui guadagni di Pfizer che probabilmente la campagna vaccinale in corso anche in Italia sugli ultraottantenni avrà bisogno già quest’anno di una terza dose del vaccino Pfizer più protettiva anche contro le varianti.