Zero morti di Covid19 a Londra, non succedeva da 6 mesi
A novembre il Regno Unito era tra i paesi con i numeri più pesanti sul contagio tanto da spingere più di tutti sull’avvio della campagna vaccinale, iniziata infatti a dicembre e proseguita a ritmi sostenuti, tanto da raggiungere le 800mila dosi al giorno contro le 200mila italiane.
A quattro mesi di distanza dall’allarme rosso Londra può “festeggiare” il successo della campagna vaccinale con un numero che parla da solo: nella capitale del Regno Unito, falcidiata dalla variante inglese del Sar-Cov2, dopo sei mesi non si è registrato nessun morto per coronavirus. 18 i decessi in tutto il Regno Unito.
Cio è quanto emerge dai dati diffusi dal Public Health England (Phe) relativi al 28 marzo e che evidenziano come non ci siano stati decessi di pazienti che nei 28 giorni precedenti avevano contratto il virus. Al picco dell’emergenza, ad aprile 2020, a Londra, che è stata l’epicentro nel Paese della prima ondata di coronavirus, si contavano in media 230 morti al giorno legati alla pandemia. “Questa è un risultato straordinario, ma siamo ancora lontani dal ritorno alla normalità”, ha dichiarato un medico citato dall’emittente Bbc .
Il primo ministro Boris Johnson : i casi di contagio sono in aumento in tutta Europa e che le varianti del coornavirus rappresentano ancora una minaccia: «Tutti devono continuare a rispettare le regole, ricordare di lavare le mani, usare la mascherina, rispettare il distanziamento e farsi avanti per un vaccino quando si sarà convocati».
Lo studio: “Dopo la prima dose riduzione del 62% dei contagi” – Nuovi studi confermano poi l’impatto significativo dei vaccini anti Covid (Pfizer e AstraZeneca) già dopo una singola dose. Una ricerca condotta stavolta da un team della prestigiosa University College London (Ucl) su una campione di 10mila anziani di 86 anni d’età media – dopo aver verificato nelle scorse settimane un’efficacia fra l’80% e oltre il 90% dei 2 sieri contro le forme acute d’infezione e contro il rischio di morte – rilevano ora un effetto di riduzione del 62% di tutti i contagi (inclusi quelli lievi) anche fra una delle categorie più vulnerabili, gli ospiti delle case di riposo, dove nella prima fase della pandemia si sono registrati focolai micidiali di diffusione del virus.