Prima candidatura e prima vittoria per Laura Pausini ai Golden Globe. La cantante italiana è stata premiata per la miglior canzone originale “Io sì/Seen” da “La vita davanti a sé” di Edoardo Ponti.
Storica la 78esima edizione dei premi attribuiti annualmente dai membri della Hollywood Foreign Press dove con “Nomadland” Chloe Zhao diventa la seconda regista donna dal 1984 (quando fu premiata Barbra Streisand con “Yentl”) a ottenere questo riconoscimento.
Preceduta da polemiche e critiche, la cerimonia di quest’anno è stata particolare, spostata da gennaio al 28 febbraio causa pandemia.
Per la quarta volta insieme a fare gli onori di casa c’è stata la consolidata coppia di conduttrici Tina Fey e Amy Poehler, regine di “Saturday Night Live”. Ma, in questa edizione, divise: una al Rainbow Room di New York. l’altra al tradizionale Beverly Hilton Hotel a Los Angeles.
A trionfare è stato “Nomadland” di Chloé Zhao che oltre allo storico premio come miglior regia, si è portato a casa anche il globo d’oro per il miglior film drammatico. “Nomadland è un pellegrinaggio attraverso il dolore e la guarigione”, ha dichiarato Zhao collegata in remoto.
“Borat” non è stato da meno, conquistando il premio più importante nella categoria dei film comici e il suo autore, Sasha Baron Cohen, ha sbaragliato la concorrenza come miglior attore protagonista.”Grazie alla giuria di tutti i bianchi”, ha detto da casa, lanciando una frecciata alla Hfpa i cui 87 membri non includono un solo giornalista di colore.
E a proposito di questo, forse per riparare alla crisi di immagine la Hfpa ha assegnato a due attori di colore, Daniel Kaluuya e John Boyega, i primi due premi della serata andata in onda sulla Nbc. Scontato invece il riconoscimento postumo come miglior attore protagonista a Chadwick Boseman: la star di “Black Panther” morto di cancro l’anno scorso, che con “Ma Rainey Black Bottom” ha regalato l’ultima interpretazione della sua carriera.
Accettando il premio alla carriera intitolato a Cecil B. DeMille, Jane Fonda ha rincarato la dose: “C’è una storia che abbiamo paura di vedere su noi stessi. Una storia su quali voci vogliamo elevare e quali mettere a tacere, di chi ha un posto a tavola e chi resta fuori dalle stanze delle decisioni”.
Tra gli altri premi Jodie Foster migliore attrice non protagonista per “The Mauritanian”, “Soul” miglior film d’animazione e miglior colonna sonora (a Trent Reznor, Atticus Ross, Jon Batisteper) e “Minari” miglior film straniero. Esce deluso e a mani vuote “Mank” di David Fincher che era forte di ben sei candidature.