La Fase 1 coinvolgerà circa 80 persone «tutti volontari sani» di differenti età, nella Fase 2 arriveranno poi a circa 200 persone
Sta per iniziare la Fase 1 di sperimentazione sul vaccino italiano realizzato da Takis con la collaborazione di Rottapharm. A partire dal 1° marzo 2021 partirà la sperimentazione clinica di questo siero presso l’ospedale San Gerardo di Monza.
L’Asset di Monza ha comunicato la notizia con toni entusiartici riferendo che «Non sarà ancora primavera, ma sarà comunque l’inizio di una nuova stagione». La sperimentazione del vaccino verrà fatta anche presso l’ospedale Spellanzani di Roma e l’Istituto Pascale di Napoli.
Vaccino italiana: al via la sperimentazione
L’ospedale San Gerardo di Monza si prepara da mesi alla sperimentazione del vaccino. Il direttore della Clinica di Malattie infettive Paolo Bonfanti e la direttrice del Centro di Fase 1 Marina Cazzaniga sono pronti a iniziare questa nuova fase in cui ci sarà la collaborazione con l’Università degli Studi di Milano Bicocca.
«Già da agosto, infatti, abbiamo cominciato a raccogliere le adesioni dei volontari per la sperimentazione del vaccino a Dna contro Covid», ha spiegato Cazzaniga. «Ora lo studio ha ricevuto l’autorizzazione di Aifa e anche quella del Comitato etico dell’Istituto Spallanzani, quindi tutto è pronto per portare il vaccino a Monza», ha concluso la direttrice del Centro di Fase 1.
Questi mesi hanno previsto un grande allenamento dal parte di tutto il personale del San Gerardo. C’è stata «la messa a punto di tutte le procedure che servono per garantire la somministrazione in sicurezza del vaccino», inoltre sono stati fatti numerosi «test sull’elettroporatore, la procedura che, applicata ai volontari, permetterà l’entrata del Dna nelle cellule».
Gli studi sull’elettroporatore sono stati svolti in particolare allo scopo di poter fornire il maggior numero di informazioni possibili ai soggetti che sono stati arruolati per la sperimentazione che inizierà a breve.
L’avvio dello studio di Fase 1 è importante anche ora che già esistono altri vaccini contro il Covid-19. Avere a disposizione un altro siero utile per contrastare il Covid è infatti molto importante.
Bonfanti ha spiegato che «I vaccini anti Covid non sono tutti uguali. Le piattaforme, a Rna o a Dna, la presenza o l’assenza di vettori virali, fanno la differenza come dimostrano gli studi, anche in termini dell’efficacia della copertura vaccinale».
Proprio alla luce di quanto appena detto, l’infettivologo del San Gerardo ha precisato che «Il vaccino a Dna potrebbe essere molto importante in futuro anche per altre ragioni: la possibilità di modificarlo adattandolo all’emergenza di varianti del virus non sensibili ai vaccini attuali, la stabilità a temperatura ambiente senza la necessità di dover garantire la catena del freddo e la possibilità di essere somministrato molte volte, nel caso in cui le vaccinazioni anti-Covid debbano essere ripetute ogni anno».
A marzo quindi inizierà questo studio dal momento che finalmente è stato autorizzato dall’Aifa e anche il Comitato etico dell’Istituto Spallanzani ha dato il suo via libera.