tristezza
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BLUE MONDAY – Non poteva dunque che chiamarsi “Blue” il lunedì più triste dell’anno. Nato però da una trovata commerciale, La formula fu elaborata dallo psicologo Cliff Arnall, dell’Università di Cardiff incrociando alcune variabili come il meteo, i sensi di colpa per i soldi spesi dopo le feste del Natale e la crescente necessità di darsi da fare.

Piangere mi tranquillizza, mi fissa sulla gravità dei problemi della vita”. Lo diceva Tristezza, uno dei personaggi del cartoon Inside Out, rappresentato in blu, colore che ricorre, nella tradizione angloamericana per identificare il “feeling blue”, il sentirsi “tristi”.

Nella musica c’è il “blues” con la sua vena di malinconia che deve il suo nome forse ai “blue devils”, portatori di tristezza.

Non poteva dunque che chiamarsi “Blue” il lunedì più triste dell’anno.

In questo periodo dell’anno riceviamo meno luce naturale rispetto alle altre stagioni e questo finisce per alterare il nostro ritmo circadiano, il nostro riposo e il nostro umore.

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Anche se ormai tutti conoscono la storia della “bufala”, quando si avvicina il terzo lunedì di gennaio, puntuali arrivano consigli, studi, pubblicità e, ovviamente, l’hashtag “bluemonday” balza in cima ai trending topic.

Anche quest’anno, nonostante i giorni bui non siano certo mancati.

PROPOSTE CONTRO LA “TRISTEZZA” DEL BLUE MONDAY

Ecco dunque qualche proposta per contrastare la tristezza del Blue Monday, ma anche quella di un qualsiasi altro giorno dell’anno non propriamente felice, che Fabiana Pavone, psicologa e psicoterapeuta, ha elaborato:

1.Via allo sport. Anche una semplice camminata può essere un antidoto alla tristezza

2. Persone negative? No, grazie. Circondati di persone positive che ti facciano sorridere.

3. La solitudine può essere una risorsa: iniziamo a dedicare del tempo alla persona più importante della nostra vita: noi stessi.

4. Mai abbandonare i buoni propositi. Se gli obiettivi fissati a inizio anno iniziano a tentennare, allora, perché no, riformuliamoli.

5. Largo al cambiamento. Eliminiamo dalla nostra quello che non ci piace e impegniamoci per ottenere un nuovo obiettivo ( il decluttering)

Il decluttering è un ottimo punto di partenza per dare il via alla nostra fase di cambiamento.

Fare spazio nell’ambiente circostante è sinonimo di riordinare la propria vita, per questo il decluttering diventa una vera e propria pratica terapeutica. Si inizia con il liberare camera dopo camera, togliendo tutto il superfluo che non serve: oggetti, vestiti e persino mobili che non sono indispensabili, che ci permettono di lasciare libero spazio a pensieri freschi, nuove idee, progetti e nuovi inizi. Curiosità: analizzando la top ten dei prodotti di seconda mano più venduti nel 2020 su eBay, è emerso che lo scorso anno gli italiani hanno deciso di rivendere per la maggior parte libri: quasi 113.000 i volumi di narrativa di seconda mano a disposizione sul marketplace nel 2020 e oltre 100.000 i saggi. Seguono giochi, fumetti e graphic novel (quasi 88.000) e cellulari (quasi 56.500). E orologi – oltre 56.000 – e articoli di abbigliamento (oltre 50.000), senza tralasciare i pezzi da collezionismo: Pokémon (48.600), cartoline di paesaggi italiani (oltre 47.000) e vinili (41.600). In testa alla classifica delle regioni dove si è rivenduto di più su eBay la Lombardia, con oltre 7 milioni di articoli, davanti a Lazio (quasi 5 milioni e 200 mila) e Emilia-Romagna, con quasi 4 milioni di prodotti rivenduti.
Rivendere gli oggetti che decidiamo di dismettere incentiva un approccio sostenibile e circolare: l’acquisto di un oggetto di seconda mano impatta sull’ambiente fino a 2,5 volte in meno rispetto a un oggetto nuovo. La piattaforma si è impegnata per ridurre di 3 milioni di tonnellate le emissioni di carbonio entro il 2025, anche attraverso la promozione della rivendita di oggetti tra privati sul sito, che rappresenta un’opportunità non solo per guadagnare, ma soprattutto per dare una nuova vita a qualcosa che non ci è più utile e che può invece rendere felici altre persone.

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