Veneto e Friuli-Venezia Giulia non attendono le decisioni del governo sulla riapertura delle scuole e annunciano che gli studenti proseguiranno con la didattica a distanza almeno fino al 31 gennaio.
Il governatore veneto, Luca Zaia, e l’assessore friulana all’Istruzione, Alessia Rosolen, hanno annunciato che sono pronte le ordinanze delle rispettive giunte regionali.
“Non ci sembra prudente – ha spiegato Zaia – in una situazione epidemiologica del genere in Italia riaprire le scuole. Questo è ciò che dobbiamo fare per il bene della comunità oggi. Ringrazio la direttrice scolastica regionale Palumbo, ho parlato con gli assessori, ho avvisato il Prefetto di Venezia Zappalorto. Credo che molti colleghi faranno un provvedimento simile. Non abbiamo problemi nei trasporti, lo voglio chiarire”.
“Riaprire le scuole il 7 è rischioso: rinviare di qualche giorno per monitorare i contagi”. Appello a Conte di virologi, presidi e sindacati.
“Ministra, non apra le scuole superiori il 7 gennaio. Il rischio è troppo elevato”. A lanciare l’appello alla titolare dell’Istruzione Lucia Azzolina non sono più solo le Regioni ma anche la comunità scientifica, i dirigenti scolastici e le organizzazioni sindacali.
Dopo Walter Ricciardi, che aveva proposto di non riaprire prima del 15, scendono in campo Massimo Galli, l’immunologa Antonella Viola il presidente della Società di pediatria Villani e il numero uno dell’ordine dei medici Filippo Anelli: “Fattibile solo se il Paese restasse in zona rossa. Dal momento che non sarà così non possiamo rischiare”. D’accordo anche i dirigenti scolastici e le organizzazioni che rappresentano i docenti.