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La proposta regionale di linee guida prevede, ancora, la mascherina e un metro di distanza tra le persone nel corso degli spostamenti assicurando, se possibile, percorsi diversi per l’entrata e l’uscita dagli edifici. Le stesse Regioni chiedono più docenti e bidelli e scrivono: “Il personale è insufficiente rispetto alla gestione di orari più ampi e con maggiore necessità di controllo e vigilanza soprattutto all’entrata e uscita e negli spostamenti, occorre implementare le dotazioni con particolare attenzione al personale Ata”. Bidelli e amministrativi, appunto.

Nelle scuole, dicono ancora i presidenti delle Regioni, le superfici dovranno essere igienizzate frequentemente e gli stessi docenti dovranno provvedere alla disinfezione della cattedra e degli oggetti “prima di consegnare la classe al docente successivo”. Le mense dovranno prevedere un “menù ad hoc”, ovvero semplificato e servito in monoporzioni. Nelle mense veicolate (pasti portati dall’esterno) sarà vietato lo scodellamento, che sarà invece consentito nelle mense dirette. È prevista la disinfezione degli ambienti e delle attrezzature dopo ogni utilizzo.

Le amministrazioni regionali chiedono, infine, la soppressione della didattica a distanza “sia per la scuola primaria che secondaria di primo e secondo grado”.

In prima linea c’è il Veneto di Luca Zaia. Dice il presidente: “Queste linee guide, che hanno dietro i Dipartimenti di prevenzione regionali, sembrano accettate al 90 per cento dal ministero dell’Istruzione, anche se, a oggi, non abbiamo avuto conferma della validazione. Anche per il Veneto il 14 settembre sarà la data di ripartenza (con chiusura all’8 giugno 2021).

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