Ryanair :almeno mille voli giornalieri, coprendo il 90% del proprio network
La data fissata è quella del primo luglio: da allora, se verranno revocate le restrizioni sui voli all’interno dell’UE,Ryanair ripristina il 40% dei suoi voli, oltre mille al giorno in tutta Europa, in vista delle vacanze estive. Tra le novità, obbligo di mascherina a bordo per passeggeri e personale dell’equipaggio e misurazione della temperatura in aeroporto. L’ad Eddie Wilson: “Così aiutiamo a riavviare l’industria turistica europea”.
La programmazione
«L’idea è volare meno volte al giorno ma in più località possibili», sintetizza O’Brien. I decolli in tutta Europa dovrebbero così salire attorno al migliaio ogni 24 ore. Una ripresa graduale che però, avverte il manager, dipende tutta dalle decisioni dei governi. Ad oggi infatti in Italia non ci si può spostare al di fuori della propria Regione se non per i motivi previsti dal dpcm. E in generale nel Vecchio Continente le restrizioni imposte rendono quasi impossibile muoversi. «Ma notiamo una convergenza sul 1 luglio come data di riapertura», dice. Non c’è il rischio che quel momento venga spostato più avanti e intanto Ryanair ha venduto biglietti su voli che non potranno essere operati? «A un certo punto bisogna pur iniziare a riaprire le attività», replica.
I clienti italiani
Barriere rimosse o meno O’Brien pensa che a trainare il trasporto aereo all’inizio saranno i collegamenti domestici. «Nelle ultime due settimane stiamo registrando un incremento di ricerche e prenotazioni degli italiani del Nord verso le località del Sud», rivela. Il piano nel nostro è di partire il 1° luglio con circa 2.000 voli alla settimana da/per l’Italia su un totale di 7.000 a livello di network complessiv. Ma le incognite non sono poche. Intanto il distanziamento sociale. L’Italia è l’unico che lo impone a bordo e questo costringe le compagnie che volano queste settimane a non vendere 1/3 dei sedili. Una misura che secondo O’Brien non ha senso. «Come fai a tenere distanti le persone 1-2 metri? Nemmeno bloccando il posto centrale della fila ci riesci: sono 45 centimetri, comunque insufficienti». Non solo. Secondo lui da un punto di vista sanitario è inutile. Per non parlare dell’aspetto economico: i vettori sarebbero penalizzati nei ricavi dovendo rinunciare al 33-35% degli introiti. «Sono sufficienti due misure: coprire bocca e naso e farsi controllare la temperatura del corpo».