Si prova la ripartenza degli impianti comunali. Bisconti: un piano per provare a salvare la stagione
Anche per le piscine milanesi varranno i principi di massima che orienteranno la nuova vita di treni, tram e metropolitane nella fase 2 di maggio. Per gli impianti sportivi i punti di domanda sono però, se possibile, ancora più ingombranti di quelli che gravano sulla ripartenza del trasporto pubblico.
Per ora i dirigenti di Milanosport hanno soprattutto un obiettivo: «Provare a salvare l’estate». Chiara Bisconti, a capo della società che gestisce gli impianti cittadini (dopo essere stata assessora nella giunta Pisapia), si limita a indicare le linee guida di una possibile riapertura delle attività. «Non consociamo né date né protocolli, ma non vogliamo farci cogliere impreparati e stiamo quindi ragionando intorno a ipotesi e possibili scenari nel caso ci fosse consentito di riapre gli impianti questa estate».
Milanosport ha anche offerto a Palazzo Marino per la Summer School gli spazi all’aperto di altri centri. E qui le vacanze dei piccoli si incrociano con quelle dei grandi. La società sta immaginando diversi scenari, ma la riapertura delle piscine potrebbe paradossalmente iniziare da quelle che proprio d’estate vanno in ferie: “Le piccole piscine coperte, e stiamo parlando di almeno quindici indirizzi di quartiere, sono quelle che potremmo gestire subito con i minori problemi di affollamento” continua Bisconti. Luoghi come il Lido, per dire, avrebbero bisogno di piani di sicurezza ingenti e di un numero di addetti elevato. L’esempio migliore, invece, “è la Carella Cantù appena ristrutturata a Quarto Oggiaro: ha una vasca di 25 metri e una più piccola poco profonda, entrambe affacciate sul giardino. Ecco, magari eliminando le corsie e usando gli spazi esterni, potremmo trasformare questi luoghi in qualcosa di meno sportivo, ma più ludico”.
Intanto si proverà a tenere aperte più piscine. «Nei mesi caldi di norma vengono chiuse le piscine al coperto. Se ci fosse concesso, vorremmo invece tenere aperte anche quelle per aumentare l’offerta delle vasche e contingentare così gli ingressi nei singoli impianti», spiega Bisconti. Soprattutto, l’idea è di prorogare, magari fino alle 23, l’orario di apertura per diluire l’utenza ed evitare quindi assembramenti in acqua nelle ore di punta. «Ci sono piscine poi che godono di un giardino attiguo e di un solarium. Lì si potrebbe pensare di installare delle docce e di montare dei divisori per sostituire almeno in parte gli spogliatoi». E anche in vasca si dovranno rivedere le regole. Addio a una parte delle corsie negli impianti al chiuso, a favore di un concetto di piscina «meno sportivo e più ludico». Quanto ai protocolli sanitari, i dirigenti di Milanosport sono ovviamente in attesa di direttive dai livelli superiori. Rimane l’obettivo di fondo: garantire, laddove possibile, un servizio «diverso ma comunque importante nell’estate milanese».
Tra le misure allo studio, anche gli ingressi contingentati, la possibilità di prenotare online, aperture straordinarie serali. E non solo: “Stiamo cercando di inventare modi nuovi di accesso: oltre a gestire i flussi, potremmo togliere la distinzione tra gli spogliatoi maschili e femminili, chiedere a tutti di arrivare già con il costume indosso e aumentare le docce all’aperto”.