Riders deliveroo
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MILANO: il Comune offre un tetto per i rider che non hanno casa e che in questi giorni di emergenza rischiavano di restare in strada!

Un tetto per i rider che non hanno casa e che in questi giorni di emergenza rischiavano di restare in strada. Il Comune di Milano ha messo a loro disposizione una struttura per una ventina di persone a Villapizzone e se le richieste dovessero aumentare si troveranno altri posti. Si tratta di un ex centro diurno che è stato riadattato a casa famiglia e concesso gratuitamente ai giovani rider. Prima dell’emergenza coronavirus molti di loro, stranieri con lo status di richiedenti asilo, la sera andavano a dormire a Casa Jannacci, in viale Ortles, ma ora, per evitare troppo affollamento, l’amministrazione ha sfoltito le presenze. I rider in questi giorni sono una delle categorie di lavoratori più sotto pressione e con meno tutele, visto che lavorano a cottimo e che non hanno previdenza né sindacati. L’iniziativa del Comune è per loro una piccola salvezza in questo momento difficile.

Ma la richiesta del Comune è ancora più estesa: individuare strutture e alloggi di accoglienza per personale sanitario operativo e lavoratori nei servizi essenziali, cittadini sottoposti a quarantena (anche Covid-19 con sintomi lievi) che non hanno la possibilità di dimorare presso il proprio domicilio e persone in difficoltà sociale e abitativa. Questo è l’obiettivo dell’avviso pubblico lanciato oggi e rivolto a soggetti che vogliano mettere a disposizione appartamenti, hotel e strutture ricettive idonee a rispondere all’offerta abitativa temporanea necessaria nella fase di emergenza sanitaria. “Abbiamo bisogno di arginare uno dei problemi più critici di questa epidemia, il contagio in ambito familiare o tra chi vive in strutture collettive, a oggi non sappiamo dalle autorità sanitarie quale sarà il fabbisogno di posti letto in isolamento nelle prossime settimane, ma vogliamo essere pronti ad avere nuovi luoghi idonei e accoglienti per arginare con tempestività la diffusione del virus”, spiegano gli assessori Pierfrancesco Maran (Urbanistica) e Gabriele Rabaiotti (Politiche Sociali e Abitative). Si cercano quindi alloggi temporanei per l’ospitalità di personale sanitario (medici e infermieri), lavoratori nei servizi essenziali, persone che rientrano in città a cui è richiesta la quarantena e persone dimesse dagli ospedali che non possono rientrare nel proprio alloggio. Gli ospiti potranno prenotare autonomamente le abitazioni tramite piattaforme di booking per un costo di massimo 15 euro al giorno (nel caso di alloggi) e di 30 euro nel caso di alberghi di cui si mantiene e garantisce la gestione. Si cercano anche strutture ricettive come alberghi – il primo già attivo è l’hotel Michelangelo -, ostelli e residence per cittadini positivi al Covid-19 che necessitano isolamento. In questo caso è prevista l’attivazione di una convenzione tra il Comune e la proprietà che preveda, eventualmente, la preparazione di pasti da parte di Milano Ristorazione e costi di gestione a carico dell’istituzione pubblica. Gli aspetti sanitari e di sorveglianza nei confronti dei soggetti sottoposti a quarantena saranno gestiti dalle rispettive autorità competenti, ATS e Prefettura.

Ha subito aderito l’hotel dei Cavalieri, in pieno centro città, che da oggi ospiterà il personale sanitario del Fatebenefratelli: l’albergo ha messo a disposizione le proprie stanze per quei medici che necessitano di un luogo in cui poter soggiornare in sicurezza, senza far correre rischi ai familiari. Tra i primi a scrivere all’albergo, un’infermiera del pronto soccorso del Fatebenefratelli, che ha spiegato ai gestori di non poter far ritorno serenamente a casa dove ci sono suo marito e due bambini piccoli.

Coronavirus, il centro sportivo di Milano diventa dormitorio per i senza fissa dimora

ntanto continua il lavoro per alleggerire il sovraffollamento di Casa Jannacci in viale Ortles. Dopo il centro sportivo Saini, è la volta della tensostruttura del Social Music City nell’ex Scalo ferroviario di Porta Romana, dove ieri pomeriggio sono stati trasferiti altri 120 ospiti di Casa Jannacci. Circa 20mila metri quadrati concessi in comodato gratuito al Comune e dati in gestione a Spazio Aperto Servizi. All’allestimento hanno preso parte anche A2A Unareti che ha provveduto gratuitamente all’allacciamento dei contatori per il potenziamento dell’impianto elettrico e che si farà carico dei consumi, e ENGIE che ha offerto il rifornimento per un mese di riscaldamento. “Abbiamo raggiunto in una settimana il nostro obiettivo – spiega l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti – alleggerire Casa Jannacci, in modo da ridurre il più possibile il rischio di contagio all’interno della struttura e da rendere più gestibile il sistema di accoglienza delle persone senza casa. L’attivazione delle nuove postazioni ci ha anche dato la possibilità di inserire nel mondo del lavoro alcuni ex ospiti di Casa Jannacci che hanno iniziato con noi un percorso di inserimento occupazionale. Una cosa molto bella, che dimostra come anche in questo momento, dentro alle difficoltà, resta lo spazio per tenere vive le iniziative che il Comune mette in campo per chi ha più bisogno”. Il piano di alleggerimento era partito settimana scorsa con tre palestre del centro sportivo Saini dove sono già state portate 150 persone delle 550 che ospitava viale Ortles.

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