Si fa avanti una nuova ipotesi nell’inchiesta sull’incidente tra un filobus dell’Atm e un camion dei rifiuti Amsa a Milano, nel quale è morta una 49enne, Sheryl Ortega, mentre sono rimaste ferite 12 persone. L’autista dell’Atm, un 28enne entrato in servizio a maggio 2019, avrebbe detto ai colleghi che era distratto: “Stavo firmando la cedola“. Come scrive il “Corriere della Sera“, non è detto però che l’uomo lo dirà ai pm nell’interrogatorio.
La cedola è un libretto cartaceo che tutti gli autisti devono compilare prima di entrare in servizio e le regole sulle tempistiche sono ferree. Ma è possibile che l’indagato si sia ricordato di farlo solo una volta iniziato il turno.
Gli investigatori comunque non perdono di vista la possibilità che il 28enne possa essersi distratto usando il cellulare durante la guida. Solo le analisi sul traffico prodotto dal suo smartphone negli attimi prima del tragico incidente potranno restringere il campo di ricerche.
Decisive sono le registrazioni (due) che hanno filmato lo scontro: una è quella della farmacia “Ntc” che ha catturato l’immagine del filobus “frontale”, l’altra è quella della videocamera installata all’esterno del centro di riposo per anziani situato in viale Bezzi che ha ripreso la scena “posteriore” mostrando esattamente il momento in cui il mezzo del trasporto pubblico passava a più di 50 chilometri orari con il semaforo rosso. Incrociando l’esatto orario dell’incidente registrato dalle telecamere (è avvenuto alle 08.08.31) con l’orario dei tabulati potrà venire fuori la verità.
In un caso o nell’altro la distrazione sarebbe considerata una gravissima aggravante nell’inchiesta per omicidio stradale aggravato e lesioni colpose.
Nell’inchiesta è indagato inoltre il conducente del camion dei rifiuti dell’Amsa: anche il suo mezzo andava oltre la velocità consentita.