GALLERIA SOZZANI: in mostra le foto inedite di Salvador Dalí e Jean Clemmer

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GALLERIA SOZZANI: l’esposizione presenta  quaranta stampe inedite con gli ingrandimenti di rari provini a contatto e fotografie di scene del cortometraggio perduto “Le Divin Dalí”.

La Fondazione Sozzani presenta “Salvador Dalí, Jean Clemmer, un incontro, un’opera” in collaborazione con l’archivio Jean Clemmer. La mostra è formata da due sezioni: quaranta stampe inedite con gli ingrandimenti di rari provini a contatto e le fotografie delle scene del cortometraggio perduto “Le Divin Dalí”, che l’archivio Jean Clemmer, diretto da Hélène Clemmer Heidsieck, ha raccolto e conservato negli anni. L’incontro tra Salvador Dalí (Figueres,1904 – 1989) e il fotografo svizzero Jean Clemmer (Neuchâtel, 1926 – Parigi, 2001), avviene nel 1962 quando iniziano a creare insieme alcune serie di fotografie di “mises en scène” e “tableaux vivants”. Queste opere nascono nella casa dove Dalí viveva con Gala, musa e moglie, a Port Lligat, un villaggio di pescatori sulla Costa Brava spagnola. Nell’agosto del 1962, su suggerimento di Dalí, Clemmer porta Ginesta, una ragazza appena conosciuta, come soggetto di un primo servizio fotografico che segna l’inizio di un’amicizia e di una lunga collaborazione professionale. In questa prima serie, Dalí affronta il tema della “Levitazione”, e costruisce una scena onirica tra mitologia, scienza e magia. Sospende la giovane Ginesta capovolta e versa otto chili di ceci che rimbalzando sul suo corpo, simulano una reazione a catena, come un’esplosione nucleare. Dalí, travestito da Ermete Trismegisto, il leggendario autore della letteratura esoterica di tarda età ellenistica, avvolge Ginestra in un vestito confezionato con una tela recuperata dai paracaduti dell’aeronautica americana e le chiede di contorcersi in una sorta di danza. Nel 1968 il Daily Telegraph invita Dalì a dare un’interpretazione della moda spagnola. Dalí sceglie Jean Clemmer come fotografo e a Cadaques progetta un set dove inscena un grande Cristo rappresentato con il relitto di un barcone incagliato tra ossa, tronchi e pneumatici abbandonati.

Nel 1970 Dalí, da sempre affascinato dall’idea della morte, chiede a Clemmer di rappresentarlo come un’apparizione. È il ciclo delle “Metamorphoses”, le metamorfosi di Jean Clemmer. Dalle mises en scène con dipinti e sagome di nudi femminili emergono i ritratti di Dalí, in una continua sovrapposizione fisica (i negativi su una stampa), e semantica (l’artista rinasce dal corpo femminile). Jean Clemmer comprende lo straordinario potenziale filmico delle performance, e introduce Salvador Dalí al suo amico e regista indipendente Claude Joudioux. Nel 1964 Dalí e Joudioux girano presso gli Apec Studios di Parigi il film “Le Divin Dalí”, un cortometraggio, mentre Clemmer viene incaricato di scattare le foto di scena. La scena centrale del film descritta da Dalí come “Il cannibalismo dell’angelico” era costruita su diversi piani di vetro, ciascuno con un angelo, per simulare l’idea di ascensione. Gli angeli si divoravano a vicenda, rigurgitando in un ciclo continuo di rinnovamento. Una ragazza indossava una testa di vitello, simulando il Minotauro mentre rigettava: “Il vomito, lo sai” sosteneva Dalí, “è ciò che più si avvicina all’amore”. Il cannibalismo invece rappresentava per l’artista un’allegoria all’alchimia, poiché implicava una trasmutazione e una rinascita. Purtroppo la pellicola verrà distrutta in un incendio poco dopo, e le fotografie che Clemmer ha scattato sul set rimangono quindi l’unica, preziosa testimonianza di questo cortometraggio surrealista. 3 Jean Clemmer nasce a Neuchâtel in Svizzera nel 1926. Frequenta l’Ecole des Beaux Arts Chaux-de-Fonds. Nel 1946 dopo la Guerra si stabilisce a Ginevra come scenografo del Grand Theatre. Si trasferisce a Parigi nel 1948, dove conosce e frequenta Cocteau, Ossip Zadkine, Louise de Vilmorin, Jacques Fath e Marcel Rochas. Realizza progetti per mobili, libri, disegni e dipinti, ma è affascinato dalla fotografia e nel 1962 apre il suo studio di fotografia. Nel 1962 incontra casualmente Salvador Dalí, ne segue un’amicizia, fotografie e il progetto di un cortometraggio “The Divine Dalí”. Nel 1969 conosce Paco Rabanne, allora giovane couturier, con cui pubblica il libro “Nues” che include le fotografie più celebri di Jean Clemmer. Nel 1970 vince il Premio Canon e espone i suoi lavori in mostre a Parigi, poi Amsterdam e Tokyo. Negli anni Settanta espone all’ Espace Dalí di Montmartre e a Washington. Da qui fino alla fine della sua vita nel 2001 a Parigi, i suoi lavori sono sempre “metamorfosi” con immagini sovrapposte.

Salvador Dalí, Jean Clemmer, un incontro, un’opera
Galleria Sozzani, 17 giugno – 9 settembre 2018
Orari: tutti i giorni, dalle 10,30 alle 19,30; mercoledì e giovedì, dalle 10,30 alle 21
Biglietti: ingresso intero 5 euro; 3 euro ridotto (6-26 anni)

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