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Milano, Bocconi-Politecnico-Cattolica stipendi al top dopo la laurea: anche 35mila euro a inizio carriera…

Si dipana sul triangolo via Sarfatti-piazza Leonardo Da Vinci-Largo Gemelli la crema degli atenei italiani, se si guarda alle prospettive economiche che hanno da offrire ai loro studenti. In poche parole, a quanto permettono mediamente di guadagnare, dopo aver ottenuto la laurea. Sono infatti la Bocconi, il Politecnico e la Cattolica gli istituti che garantiscono la retribuzione annua lorda migliore, a livello nazionale, a un ragazzo tra i 25 e i 34 anni.

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Oltre 35mila euro nel caso dell’ateneo commerciale, oltre 33mila euro per ingegneri & Co e quasi 32mila e 500 euro per chi esce dall’Università alle spalle di Sant’Ambrogio. Non male, se si considera che la media italiana si ferma a poco più di 30mila euro.

A giocare un ruolo determinante è il fatto che un diploma della Bocconi in tasca schiude prospettive di inquadramento ben più rosee del normale: il 23 per cento dei suoi ex studenti riesce a diventare dirigente e la popolazione inquadrata come “operaio” è meno della metà (i quadri sono il 35%).


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I dati sono contenuti nell’University Report 2017 dell’Osservatorio JobPricing, che raccoglie i profili retributivi dei lettori di Repubblica.it, in collaborazione con Spring Professional, società del gruppo Adecco. Per stilare la graduatoria, che presentava lo stesso podio nell’edizione 2016, sono stati analizzati oltre 50mila profili. In media, aver studiato al Nord premia sensibilmente: chi ha frequentato un ateneo settentrionale guadagna il 12 per cento in più rispetto a chi ha frequentato un ateneo del Sud o delle Isole, mentre c’è poca distanza rispetto al Centro. Scorrendo la classifica, si scopre che i giovani laureati della Bicocca sono leggermente meglio della media nazionale, con 30.370 euro di ral, mentre va peggio a quelli della Statale che scendono sotto i 30mila euro.

Ma questo è vero per gli under 35, quindi per le prime fasi di carriera. Più si procede con il lavoro, più le distanze salgono e le cifre elencate sopra – per le “magnifiche tre” – arrivano quasi a raddoppiare. Il report dice infatti che tra i 45 e 64 anni un laureato in Bocconi arriva a guadagnare circa 67.500 euro: l’assegno d’ingresso si gonfia del 93 per cento. La partita è tutta tra Università private: solo la Luiss di Roma fa meglio con un +99 per cento, al terzo posto si ritrova la Cattolica (+91 per cento). Il Politecnico è un po’ più attardato con un +71 per cento. Viene così scavalcato dalla Statale, che promette una progressione di stipendio del 77 per cento dall’adolescenza alla maturità professionale. La Bicocca (che però sconta un’età ‘anagrafica’ inferiore e quindi meno tempo alle spalle per portare professionisti avanti nella progressione di carriera) risulta addirittura tra le peggiori a livello nazionale e l’incremento retributivo si limita a 15-16mila euro.

Rientra, con altri esempi quali Tor Vergata o la Federico II di Napoli, tra gli atenei il cui percorso di carriera prevede un inizio forte dal punto di vista retributivo, ma con una crescita successiva contenuta.

Detto di quanto si può guadagnare, per offrire una mappa completa alle famiglie alle prese con le scelte di fine anno scolastico (e al netto delle attitudini e degli interessi, che restano centrali nella ponderazione), ci si può soffermare su quanto “costa” la fase degli studi. JobPricing lo fa attraverso lo University Payback Index, che esprime il numero di anni necessari a ripagare gli investimenti in formazione: rette, materiale didattico,

costo della vita (per i fuori sede) e i mancati introiti che si sarebbero conseguiti lavorando a tempo pieno invece di restare cinque anni sui banchi. Emerge allora che il Politecnico ha il ritorno più rapido: in 12 anni e mezzo la laurea è ripagata, si sale a poco meno di 14 per i fuori sede. Bocconi e Cattolica sono al secondo e terzo posto, facendo leva sugli stipendi che più che compensano le rette da “private”. A Messina si arriva a superare i 20 anni.

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