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L’ex palazzo delle Poste in piazza Cordusio è solo una delle cinque location che potrebbero ospitare il primo locale della catena americana. La precisazione è arrivata dopo che lo stesso imprenditore Antonio Percassi, famoso per aver portato celebri marchi stranieri in Italia (tra gli altri “Victoria’s secret”), aveva affermato che il primo Starbucks a Milano avrebbe aperto nella seconda metà dell’anno prossimo nell’ex palazzo delle Poste: evidentemente l’accordo col fondo Blackstone, proprietario del palazzo, non è ancora stato definito.

Le altre possibili sedi molto probabilmente saranno edifici nel centro di Milano. Sulla causa dello slittamento dell’apertura del primo Starbucks a Milano, al di là forse di qualche problema di natura burocratica e organizzativa, potrebbe celarsi una strategia commerciale: quella di aprire, in contemporanea, più punti vendita in diverse città d’Italia. Sempre Antonio Percassi aveva infatti annunciato l’apertura di altri 4-5 punti vendita tra Roma e Milano a pochi giorni dall’inaugurazione del primo Starbucks italiano.

Nel frattempo, prima ancora di portare i propri prodotti in un Paese con una lunga tradizione in fatto di caffè, Starbucks ha portato in piazza Duomo palme e banani: il nuovo look della piazza, che tanto fa discutere in questi giorni, è stato infatti interamente finanziato dal marchio statunitense.

 

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