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Zootropolis: recensione del film di Samantha

Zootropolis (Zootopia) è un film d’animazione in computer grafica del 2016 prodotto dai Walt Disney Animation Studios e diretto da Byron Howard e Rich Moore.

 

Il film, 55º Classico Disney, è stato distribuito nei cinema statunitensi il 4 marzo 2016, mentre in Italia è stato distribuito il 18 febbraio dello stesso anno.

Come il classico antesignano Robin Hood del 1973 e quello in CGI più recente Chicken Little – Amici per le penne del 2005, la Disney torna a raccontare una storia con degli animali antropomorfi come protagonisti e senza la presenza di umani, a differenza di Basil l’investigatopo, Le avventure di Winnie the Pooh, Le avventure di Bianca e Bernie e del suo seguito.

Il film, insieme a Oceania, segnerà la prima volta dal 2002 in cui i Walt Disney Animation Studios hanno distribuito due film d’animazione nello stesso anno.

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  • DATA USCITA: 18 febbraio 2016
  • GENERE: Animazione, Azione, Avventura, Family
  • REGIA: Byron Howard, Rich Moore, Jared Bush
  • DURATA: 108 Min

RECENSIONE

Il film dei sogni che si realizzano ma solo se ci impegna, si fa fatica e non si molla mai, anche quando tutto il mondo ti è contro, anche quando sei una piccola coniglietta in un mondo di tigri, elefanti, bufali e rinoceronti che non ti prendono sul serio.

Così Judi partirà per la “grande” città di Zootropolis per realizzare il suo sogno da bambina e diventare un ufficiale di polizia anche contro il parere dei genitori che la vorrebbero al sicuro a coltivare carote a casa con loro e che più volte le ripetono che se non si desidera niente, e non ci si aspetta niente, non si può rimanere delusi dalla vita.

Ma a Zootropolis “tutti possono essere ciò che vogliono” e la nostra protagonista Judi non solo ce la farà a realizzare i suoi sogni ma riuscirà anche a sconfiggere i pregiudizi che la circondano.

Il film non rinnega nemmeno per un secondo i temi cari alle fiabe Disney del sogno, della positività, della fede nei propri ideali di giustizia e della ricerca della felicità, ma li colloca in alto, molto in alto, in cima a una montagna di difficoltà concrete. Una vita in salita, una montagna da scalare, senza più fate e principi azzurri che ti aiutano o salvano. Lo urla anche il bufalo-capitano a Judy: questa non è una favola, questa è la realtà, cosa credevi?Zootropolis-

La forza del copione non sta nel condurre lo spettatore in un percorso di semplicistica accettazione del diverso, che non sarebbe poi una novità nell’animazione cinematografica come è successo per il recente Hotel Transylvania. La storia procede in senso inverso, partendo da una convivenza apparentemente idilliaca tra animali prede e predatori, demolendola via via e infine recuperandola come una conquista né facile né definitiva, bensì quotidiana.

I temi che tratta Zootropolis, sono molteplici: tolleranza, convivenza multietnica, strategie della paura, femminismo, evoluzione dell’individuo e della società; temi che toccano personalmente ognuno di noi, in questo periodo forse in modo ancora più profondo che in altri. Tutto questo è reso ancor più reale nel film dal fatto che i due protagonisti Judy e Nick non sono solo una coniglietta e una volpe caricaturali (per inciso coppia di animali da sempre antagonista tra loro, cacciatore e preda) ma sono persone vere, proprio come noi, che alla fine della storia dopo un percorso di accettazione di se stessi e dell’altro molto profondo capiranno non solo l’importanza ma il valore della diversità.

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Ma forse la morale più moderna del film è quella che risuona fino nella canzone, Try everything” di Shakira che esorta tutti a provarci, e continuare a farlo, per realizzare i propri sogni. Non come in una favola, una delle tante messe in scena con personaggi di fantasia o ‘per bambini’, ma grazie al lavoro, all’impegno, anche a costo di resistere al nonnismo di bufali e cinghiali, a diventare persone, vere, anche se nascoste da pelo e piume, forse proprio grazie alle durezze della vita.

Credo che Zootropolis non voglia dire a noi o ai nostri figli cosa o come pensare, vuole soltanto ricordarci l’importanza di farlo; qualsiasi, poi, sia il risultato di questo pensiero.

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Voto: 9

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