studenti tsunami occupazione scuola
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Il gruppo Studenti tsunami – formato da ragazze e ragazzi – ha occupato lo stabile abbandonato in via Licata, nel parco Lambro di Milano, per dar vita a una scuola. 

Studenti tsunami è un movimento di studenti nato a Milano, che nasce dal gruppo “Student* per l’emergenza“, l’associazione solidale di ragazze e ragazzi che, durante il periodo di emergenza sanitaria, ha aiutato centinaia di famiglie e soggetti in grave disagio sociale ed economico.

“Abbiamo deciso di fare un passo avanti – spiega Studenti tsunamie di diventare una collettività che vuole battersi per portare un cambiamento concreto nella città di Milano, per rendere ogni spazio e momento inclusivo e una possibilità di crescita”.
“ALEPH, (DE) COSTRUIAMO LA SCUOLA”: è quello che si legge sullo striscione messo in mostra durante l’occupazione. E sulla sua pagina Facebook, il collettivo aggiunge: “Raggiungeteci oggi alle 18.00 per l’assemblea pubblica per una scuola nuova, sicura, stimolante! (De) Costruiamo la scuola che vogliamo!”.
Lo stabile è stato occupato in data 4 maggio 2021 e nel pomeriggio si è tenuta la preannunciata assemblea.
Non sono mancate le repliche e le polemiche da parte della destra politica.
Massimiliano Bastoni, consigliere comunale d’opposizione a Milano e in maggioranza al Pirellone, ha infatti criticato il gesto dell’occupazione e la mancata presa di provvedimenti da parte del sindaco di Milano Giuseppe Sala.
Le sue parole: “Neanche il tempo di sgomberare un edificio e gli antagonisti ne occupano un altro. Record negativo a Milano. La libertà d’azione concessa loro è a dir poco strabiliante.”.
L’obiettivo degli Studenti, intanto, è quello di creare una nuova scuola, con un “piano didattico” ben definito: mercoledì ci saranno lezioni di educazione sessuale, storia e attualità con i giovani che parleranno di educazione al consenso, del conflitto tra Israele e Palestina e dei Cpr, centri di permanenza per i rimpatri nei quali vengono trattenuti gli immigrati irregolari in attesa dell’espulsione.
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